domenica 4 novembre 2012

MONOCULTURA PLURALISTA ASSOLUTA


MONOCULTURA PLURALISTA ASSOLUTA


In una Democrazia Sinergica la forma repubblicana dello stato non può essere messa in discussione neanche con votazioni a maggioranza unanime.

L’unica monocultura accettabile in Democrazia è la Democrazia stessa, infatti, essa è “idealmente intollerante” solo verso ogni forma di tirannia compresa quella della maggioranza.

Ecco il motivo della scelta irrevocabile della forma di stato repubblicana.

La democrazia coniugata al liberalismo non ammette forme di governo diversa da quella democratica pur lasciando la massima libertà di pensiero e di espressione. Il ragionamento alla base di questa apparente contraddizione afferma il principio della irreversibilità della scelta di fondo dovuta al tipo di legittimità attribuita alla “maggioranza” dei votanti di una democrazia con diritto di voto universale. La maggioranza non può determinare leggi che inibiscano irrevocabilmente alle attuali minoranze di poter diventare maggioranze in futuro.

Una maggioranza che, per quanto ampia, trasforma uno stato democratico in una monarchia assoluta, in una teocrazia assoluta o in un’aristocrazia assoluta, rende impossibile per il futuro di cambiare nuovamente la forma di stato con il metodo democratico in quanto escludono dal diritto di voto e di autodeterminazione “la maggioranza” della popolazione.

 
PENSIERI ISTANTANEI
Per le minoranze, la maggioranza è legittimata a governare solo se mantiene le condizioni che possono trasformare nel tempo le sue istanze in istanze minoritarie.
Antonio Campo 2012
 

 

Le forme di stato anarchiche impediscono cambi di tipi di stato in quanto non riconoscono l’autorità della maggioranza.

Quindi sono ammissibili in democrazia tutte quelle varianti democratiche che assicurano alle attuali minoranze la possibilità in futuro di diventare maggioranze autodeterminanti senza che questo possa precludere per il futuro successivo la stessa dinamica politico – culturale.

Le forme di democrazie attualmente realizzate sono frutti molto acerbi di quell’ideale che si è andato affinando in secoli di storia.

I primi articoli di una Costituzione Sinergica


Se immaginiamo una costituzione che tenga conto della storia dovremmo scriverla …

LA LEGGE

Questa è la legge costituzionale. Essa stabilisce i principi ai quali tutte le leggi e regolamenti che legittimano gli atti dello stato devono informarsi. Le leggi i Regolamenti e gli atti dello stato, in ogni sua parte, se contrastanti con i principi di questa legge costituzionale, non solo nella forma, come negli effetti, perdono valore di legge e legittimità. La Legge Costituzionale rimanda al Regolamento Costituzionale le modalità e i criteri con cui i principi sono applicati e applicabili..

Nessuna persona è al di sopra della legge. Tutte le persone hanno pari dignità garantite dalle leggi. Nessuna legge può offendere la dignità della persona. Eccezioni di legge sono ammesse solo per assicurare una parità effettiva del diritto di ogni persona così come indicato nei principi. In caso di conflitto tra principi la legge cerca di tutelarli tutti al massimo grado possibile.

Le fonti di legge, nell’ordine di gerarchia, che discendono dalla presente Legge Costituzionale sono: il Regolamento Costituzionale; la Legge Statale; le Leggi e gli Accordi Internazionali richiamate nella legge statale; il Regolamento Statale; la legge Regionale; il Regolamento Regionale; la Legge Comunale; il Regolamento Comunale; gli Ordinamenti, gli Statuti, usi e costumi. Tali fonti sono valide solo per la parte conforme e non in contrasto con i principi e le leggi e regolamenti di ordine superiore.

Le leggi valgono solo per gli effetti futuri. Nessuna legge è retroattiva se non a favore di diritto. Gli effetti derivati da leggi modificate o annullate decadono e viene ripristinato, in forza dello stato, quanto non sia irrevocabile e risarcito ciò che sia ragionevolmente risarcibile. La legge dubbia o di difficile comprensibilità che non sia applicata correttamente non è sanzionabile.

LA POLITICA

La forma dello stato è una Repubblica e tale forma non è modificabile.

Lo stato è uno e indivisibile. Sono riconosciute autonomie politiche locali.

Lo stato fonda la sua legittimità nel rispetto effettivo della dignità umana e dei diritti che ad essa sono riconosciuti in questa costituzione.

Tutte le persone sottoposte alle leggi che s’informano a questa costituzione hanno il diritto di partecipare alla loro formazione, modifica, cancellazione nei modi previsti dal Regolamento Costituzionale. Sono esclusi i minori di 18 anni, coloro che non hanno cittadinanza e non sono accreditati da apposita Regola Costituzionale. Chi ha diritto di voto non lo può perdere per nessun motivo mentre il diritto di essere delegato ha dei limiti indicati nel Regolamento Costituzionale.

Ogni elettore ha lo stesso peso di voto. La parità politica non si deve perdere neanche nella delega per cui un delegato ha il peso di voto pari alle deleghe ricevute.

Il voto espresso dall’elettore deve: essere tutelato da pressioni coercitive o corruttive; deve essere espresso dopo aver avuto un’informazione adeguata su tutte le opzioni disponibili; avendo delle opzioni effettivamente alternative. Il voto del delegato deve essere sempre noto agli elettori.

Non vi possono essere più di due passaggi di delega. Non vi possono essere più di due anni senza rassegnazione della delega. Non vi possono essere più di dodici anni continuativi di incarichi politici o dirigenziali pubblici senza un’interruzione di almeno due anni.

Tutti gli elettori hanno diritto di dare o di ottenere il libero sostegno a proposte di legge; emendamenti; ordini del giorno; interrogazioni. Le iniziative sufficientemente sostenute entrano nella procedura legislativa nei modi indicati dal Regolamento Costituzionale. Si agevola con i mezzi disponibili la diffusione della conoscenza di opinioni e la registrazione del sostegno ricevuto nelle sedi previste nel regolamento costituzionale e nel paese in generale.

IDEALE IRREALIZZABILE E IL MIGLIORE MONDO POSSIBILE


L’ideale in Democrazia è che “tutti siano sottoposti da eguali alla stessa legge che gli stessi hanno concorso a definire da eguali; che nessuno sia al di sopra della legge e che a nessuno si possa diminuire arbitrariamente la capacità di determinare l’autogoverno e i diritti riconosciuti a uno qualsiasi di essi”.

Essenzialmente tutte le forme di governo si distinguono per due aspetti: il modo di affermazione della classe dirigente e la quantità di popolazione che ha il potere di contenerne l’egoismo.

Osservando la storia si può notare come le forme di governo si siano radicalmente cambiate quando parti sempre più consistenti di popolazione sono state in grado di contenere la discrezionalità e l’egoismo della minoranza dominante.

Ciò è avvenuto quando un maggior numero di persone vessate prende coscienza che lo status quo può essere cambiato da nuove forme di organizzazione sociale basate sulla partecipazione alle decisioni di una maggiore quantità di popolazione.

Le forme democratiche rappresentative sono l’ultima evoluzione del controllo dei deboli sui prepotenti che però non sono riuscite a impedire ai prepotenti di ottenere il dominio con metodi più sofisticati. I nuovi prepotenti utilizzando il consenso non più basato sulla paura quanto sull’illusione delle masse che i propri interessi siano, in qualche modo, tutelati. Per sostenere una tale ipocrisia occorre ovviamente che qualche elemento concreto sia concesso ed è comunque necessario, perché l’inganno funzioni, di una certa dose di educazione anche da parte dei potenti che nelle condizioni migliori sono costretti ad apparire il meno prepotenti possibile.

La Democrazia nasce in Grecia, precisamente ad Atene (510 a.c.), ad opera di un popolo portato all’esasperazione da un tiranno impazzito. Ribellandosi spontaneamente al proprio tiranno il popolo Ateniese si pone il problema di darsi un governo, ma non volendo le precedenti forme di governo già risultate sciagurate, chiamò un aristocratico in esilio che non poteva nominarsi tiranno egli stesso e che non poteva ripristinare il precedente governo basato su aristocrazie tribali. Clistene (Atene, 565 a.C. – Atene, 492 a.C.) fu uno dei padri della Democrazia inventando “una testa un voto”, il parlamento in piazza in cui ogni nove giorni gli ateniesi di qualsiasi censo (escluse le donne gli stranieri e gli schiavi) decidevano le proprie leggi e il proprio governo rinnovato ogni anno con accorgimenti tra candidature e sorteggio. Inventò l’ostracismo ovvero la possibilità da parte del parlamento di esiliare per 10 anni qualsiasi persona minacciasse la Democrazia in Atene. Inventò l’estrazione a sorte dei funzionari della pubblica amministrazione.

 
PENSIERI ISTANTANEI
Ciò che non riesco a pensare con chiarezza
Lo penso con intensità.
Antonio Campo 2012
 

Definizione di Democrazia


Se mi chiedo la definizione di Democrazia … potrei rispondere come Winston Churchill (dal discorso alla Camera dei Comuni del novembre 1947) che definiva « la Democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate fino ad ora. » … ma la mia definizione è più “infantile” e descrittiva …

Le democrazie sono la forma di organizzazione sociale con cui la maggior parte d’individui deboli e mediocri cerca di contenere l’egoismo della classe egemone a cui, temporaneamente, ha delegato il governo della cosa pubblica:

·         in primo luogo pretendendo la soggezione di tutti “senza eccezioni” alle stesse leggi e una tutela forte dei diritti sia individuali sia delle minoranze;

·         in secondo luogo pretendendo di poter periodicamente sostituire con elezioni “effettive” la classe dominante precedentemente eletta utilizzando il criterio di votazione universale ed egualitaria a maggioranza assoluta in cui ogni elettore a pari valore di determinazione;

·         in terzo luogo illudendosi che selezionando, ad ogni votazione, una rappresentanza delle opinioni di tutti gli elettori (… il parlamento …) si possa esercitare un controllo continuo sulla minoranza che governa il paese pretendendo che essa richieda il “consenso” per governare e per ottenere le leggi da tale rappresentanza. Gli elettori si organizzano nelle forme dei partiti, dei movimenti e delle lobby per esercitare una pressione continua sul parlamento (i rappresentanti legislativi);

·         in quarto luogo pretendendo la massima divisione possibile dei centri e funzioni di potere statale in modo che il più ampio numero di persone partecipi ai processi decisionali e non si formi una classe egemone inamovibile e soffocante che possa occupare tutti i numerosi gangli vitali in cui può articolarsi un regime democratico;

·         in quinto luogo pretendendo la pienezza d’informazione per ogni elettore in modo che questi possa partecipare alle decisioni comuni con cognizione di causa. Pretende e s’illude che il pluralismo e la forza investigativa del giornalismo permetta una conoscenza diffusa delle questioni nell’agenda politica del paese e dell’attività di ogni singolo rappresentante.

«l’uguaglianza di fronte alla legge», «la libertà e i diritti inviolabili per ogni individuo e anche per le minoranze », «le elezio­ni periodiche dei rappresentanti», «1'uguaglianza degli elettori nel voto», «il criterio della maggioranza assoluta», «la rappresentanza politica assicurata anche alle minoranze», «il consenso per governare», «il controllo sull'attività dei governanti degli elettori tramite i propri rappresentanti», «la divisione delle funzioni pubbliche», «l’informazione pluralista e trasparente».

Non tutte queste pretese si avverano nella sostanza … ma la preminenza su tutti della legge è quello che tutela maggiormente i deboli.

“Per i forti basta la propria forza e la legge è un inciampo, per i furbi la legge può divenire un gioco di prestigio … ai deboli necessita rendere ugualitaria la legge per proteggersi dai forti e renderla chiara per proteggersi dai furbi.” Campo 2011

L’oligarchia è il “governo di pochi sui molti” ed anche in un sistema massimamente democratico in definitiva sono pochi coloro che sono accreditati al comando e molti che si fanno comandare da coloro che ne sono stati accreditati

La differenza tra le altre forme di governo e la Democrazia è che gli oligarchi democratici sono “il più possibile” sottoposti al controllo popolare (almeno in teoria!)

Il filosofo Sir Karl Raimund Popper (1902 –1994) afferma che ["Democrazia" significa letteralmente "governo del popolo" ma il significato letterale del termine aiuta poco perché, in realtà, il popolo non governa da nessuna parte. In tutto il mondo governano i governi e il massimo che il popolo può chiedere, e di fatto chiede, è che i governi governino nel modo migliore possibile].

A questa considerazione aggiungerei che chi governa è tanto più soggetto alla volontà popolare quanto più frequentemente  subisce il riscontro del consenso degli elettori relativamente al proprio operato.

 
PENSIERI ISTANTANEI
C’è gente per cui la politica non è universalità ma soltanto legittima difesa.
Cesare Pavese,
Il mestiere di vivere, 1935/50 (postumo 1952)
 

 

 
PENSIERI ISTANTANEI
Nel dubbio decidi.
Nella certezza dubita.
Che il dubbio non ti paralizzi.
Che la certezza non ti abbagli.
Antonio CAMPO 2011
 

 

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