domenica 4 novembre 2012

Il Parlamentarismo Bloccato


Il Parlamentarismo Bloccato


I veti incrociati delle varie fazioni politiche a volte paralizzano la capacità di governo o rende necessario l’avvicendamento di più governi nella stessa legislatura. Queste paralisi decisionali ripropongono i problemi della “decisione circolare” in caso di parità sostanziale di sostenitori di tesi contrapposte o l’eccessiva frammentazione in tesi plurime divergenti dovute a molteplici particolarismi. Intendiamoci … non è affatto negativo il pluralismo di tesi piuttosto lo è la paralisi di governo che deve essere sì risolta, ma certamente non a scapito del pluralismo!. In caso di leggi in agenda che non riescono a vedere la luce per mancanza d’accordo dei legislatori l’elettorato deve poter essere coinvolto nella indicazione o nella scelta di una legge  o  nei momenti elettivi resi più frequenti o a mezzo referendum tramite internet.

Oggi nel mondo vi sono delle soluzioni che ignorano la rappresentatività degli eletti a favore di una selezione degli stessi che assicuri governabilità. Di fatto dando una capacità di voto di maggioranza assoluta ad una maggioranza relativa.

Se proprio vogliamo ottenere comunque una decisione si può, senza stravolgere la proporzionalità delle opinioni rappresentate, stabilire che basta una maggioranza relativa in un campione rappresentativo per approvare una mozione tra due o più opzioni. Sicuramente i sistemi maggioritari uninominali o plurinominali che siano mirano ad assicurare una stabilità alla maggioranza e si disinteressano della rappresentatività degli eletti in rapporto all’elettorato. Una soluzione ancora peggiore è il premio di maggioranza che fa diventare maggioranza assoluta una minoranza modificando sostanzialmente il peso del voto degli elettori oltre ogni ragionevole approssimazione.

Se il sistema elettivo deve essere il più rappresentativo possibile o il più stabile possibile è la questione.

Il più rappresentativo, esclusa la rappresentanza a sorteggio che non impegna l’elettore (scherzo! ,,, ma non troppo), è il sistema proporzionale assoluto a doppio turno che garantisce nel primo turno di definire i candidati o le liste maggiormente rappresentative e nel secondo turno i candidati risultati più accreditati in modo diretto (con il voto di preferenza) o in modo indiretto (con il voto alla lista che delega al capolista l’indicazione dei candidati da accreditare con i voti ricevuti) possono ricevere i voti degli elettori che nel primo turno hanno votato candidati o liste senza possibilità di elezione. Tale metodo non annulla espressioni di voto e permette all’elettore anche di votare sulla base di intenzioni di coalizione che si possono formare al secondo turno.

Il sistema che appare più stabile per assicurare una maggioranza di governo è il maggioritario uninominale a doppio turno basato su collegi piccoli che garantisce la necessità di più forze politiche similari di sostenere candidature condivisibili per avere la possibilità che il proprio candidato risulti vincente nel primo turno o nel secondo vinca il ballottaggio ricevendo i voti degli elettori che nel primo turno hanno votato candidati o liste senza possibilità di elezione. Tale metodo non annulla espressioni di voto inefficaci all’elezione al primo turno se si verifica il ballottaggio ma annulla le espressioni di voto del candidato non eletto.

Tutti e due i metodi non mettono al riparo da cartelli elettorali che dopo il voto si sfaldano quindi al peggio meglio la tutela della rappresentatività.

Vediamo cosa si intende per parlamento bloccato. Quando il Governo ha bisogno che vengano approvate alcune leggi senza le quali non può compiere la propria politica amministrativa in modo efficace. Questo avviene di frequente con le leggi finanziarie o con quelle leggi che delegificano, regolamentano alcuni aspetti della società o assegnano risorse, senza le quali non si può operare cambiamenti sostanziali ritenuti necessari. Il parlamento è bloccato quando il Governo non trova una maggioranza che sostenga tali provvedimenti. Questo può generare una crisi di governabilità che deve essere in qualche modo risolta.

Chi non ha responsabilità di gestione è attento ai principi ed alla forma e a volte trascura l’efficacia mentre chi ha tale responsabilità è più attento al risultato e la forma è spesso un inciampo. L’ideale sarebbe che chi da la forma alle leggi la dia in modo che siano il più maneggevoli e il meno d’inciampo possibile e chi deve ottenere il risultato sappia che in democrazia regole e forma ne sono la colla senza la quale vi è arbitrio e sopruso.

SI PROPONE

Posto che lo scenario della sede legislativa sia il seguente:

Un sistema proporzionale assoluto in cui 1/3 dei legislatori sono eletti in un doppio turno, nel primo turno vi è una competizione elettorale in collegi plurinominali da 5 seggi. La candidatura di ogni candidato è solo in un seggio e  passano i 5 candidati che ottengono più voti sia nominali sia tramite la lista in cui sono inseriti  sia dopo lo spoglio ceduti da altri candidati che non sono riusciti a passare(questo assicura il collegamento di candidati al territorio e che tutti i territori abbiano 5 espressioni delle culture politiche locali prevalenti). Nel secondo turno i 100 eletti ricevono il voto di delega dagli elettori di tutto lo Stato in collegio unico per stabilire il peso di voto di ogni legislatore. Dopo il voto se un eletto riceve più del 2% dei voti deve cedere l’eccedenza ad altro eletto o può di sua spontanea volontà decidere di rimanere con 1% dei voti e cedere ad altri eletti la restante forza di voto.

Il Governo in carica potrebbe non avere più la maggioranza che lo sosteneva prima del voto in quanto negli eletti la percentuale che lo sostiene in tutto o in parte può essere diminuita quindi possono verificarsi i seguenti scenari:

·         il Governo ha la fiducia piena

·         il Governo ha la fiducia ma vi sono sfiducia su singoli ministri

·         il Governo non ha la fiducia

e si possono avere i seguenti sviluppi:

·         nel primo caso il governo prosegue avendo una maggioranza che ne sostiene le proposte di legge

·         nel secondo caso vengono sfiduciati singoli ministri dalla maggioranza del parlamento ed il Presidente del Governo ha 15 giorni di tempo per proporne altri che ottengano la fiducia della maggioranza parlamentare altrimenti la sfiducia si estende a tutto il governo e il Presidente dello Stato, sentiti i capo gruppi parlamentari e le forze sociali più rappresentative, da mandato esplorativo per la formazione di un nuovo governo ad una persona tra quelle indicate. Il governo in carica continua a governare con poteri limitati (non può procedere a nomine ne rimozioni)

·         Se il nuovo governo riceve la fiducia dal parlamento senza riserve si presenta dal Presidente dello Stato e subentra nel governo

·         Se il nuovo governo riceve la fiducia dal parlamento con riserve sui ministri  il Presidente del Governo del nuovo governo ha 15 giorni di tempo per proporne altri che ottengano la fiducia della maggioranza parlamentare altrimenti la sfiducia si estende a tutto il governo e il Presidente dello Stato, sentiti i capo gruppi parlamentari e le forze sociali più rappresentative, da mandato esplorativo per la formazione di un nuovo governo ad una persona tra quelle indicate. Se il nuovo governo riceve la fiducia dal parlamento senza riserve si presenta dal Presidente dello Stato e subentra nel governo

È possibile che in parlamento si crei una situazione politica per cui non vi è nessun raggruppamento di legislatori che sostenga stabilmente il governo e non si abbia la possibilità di formarne un altro.

Dato che è importante che un paese abbia un governo con piene facoltà i nodi Gorghiani vanno tagliati e non sciolti

in questo caso il Presidente dello Stato può ricorrere alla seguenti opzioni:

·         Può attivare la validità della maggioranza relativa con approvazione in seconda lettura di un Parlamento Deliberativo rinnovato ogni 90 giorni

La Partitocrazia


La partitocrazia è la degenerazione politica per cui le decisioni e mediazioni politiche non avvengono nella sede parlamentare ma nelle segreterie dei partiti concordando voti di scambio e non permettono all’elettore di poter valutare l’elaborazione del pensiero politico che porta a far prevalere alcune opzioni rispetto ad altre. È nel dibattito pubblico che deve sostenersi la convenienza per tutti di un compromesso e non il mero lo scambio tra poche parti che danneggia gl’interessi di una parte della popolazione a vantaggio delle parti che sanno accordarsi cinicamente ma indicibilmente;

Bisogna cambiare spesso opinione per essere d'accordo con il partito(Giovan Francesco Paolo di Gondi di Retz, meglio noto come il Cardinale di Retz (1613 –1679), è stato un cardinale, arcivescovo cattolico e scrittore francese

Produce come corollario “Cambio partito per non cambiare le mie idee” da attribuire ad ignoto

 La preminenza dei partiti nel comportamento politico dei legislatori ha aspetti sia positivi che negativi. Ad esempio:

·         il partito fa mantenere collegato all’elettorato attivo di riferimento il legislatore eletto (costituisce un sensore di direzione dell’elettorato)

·         il partito permette una più fine elaborazione delle idee e progetti politici basandosi sull’elaborazione di queste da una comunità di elettori coerente e coordinata che valendosi di molte competenze spesso volontaristiche analizza le proposte di leggi e ne elabora le possibili mediazioni o varianti (costituisce un serbatoio di idee e progetti)

·         il partito permette di moderare i costi delle campagne elettorali e permette di fare opera di informazione relativamente agli obiettivi e alle concezioni politiche che li supportano presso l’elettorato neutrale (costituisce un demoltiplicatore informativo e uno strumento di propaganda cooperativo)

·         il partito richiede obbedienza di schieramento anche quando si è di opinione contraria

·         il partito richiede favori personali e l’instaurazione di rapporti di sostegno politico per costituire gruppi egemoni

l’obbiettivo dovrebbe essere avere legislatori collegati ai partiti ma sufficientemente autonomi da poterne fare a meno

SI PROPONE

·         Il legislatore eletto è l’unico soggetto politico che può ricevere il finanziamento alla politica che ricomprende oltre al proprio reddito individuale risorse per finanziare il partito di riferimento o per ammortizzare i costi della propria attività politica e di propaganda (circa 30mila euro mensili) (questo dovrebbe rendere il rapporto fiduciario tra il partito e l’eletto paritario in quanto l’eletto può rendersi facilmente indipendente ma è interessato a mantenere un rapporto di collaborazione con quel serbatoio di idee, organizzazioni e voti costituito dal partito ed il partito ha nel legislatore ad esso collegato la possibilità di ricevere un finanziamento stabile, determinare con il peso dei suoi voti le leggi e il rapporto con il governo ed una visibilità e riconoscibilità sulla scena politica)

·         Al partito con un numero sufficienti di iscritti che non ha legislatori ad esso collegato viene comunque accreditata una rappresentanza in sede legislativa con diritto di intervento e di proposta legislativa con la sola esclusione del voto legislativo.

Tutti pensano di cambiare il mondo, nessuno pensa di cambiare se stesso” (Lev Nikolàevič Tolstòj 1828 - 1910) scrittore, filosofo, educatore, editore ed attivista sociale russo

Capisco il bacio al lebbroso ma non la stretta di mano al cretino” (Dino Segre 1893 - 1975) con lo pseudonimo Pitigrilli è stato uno scrittore italiano.

Corollario “Anche un cretino ha una dignità che non sa darsi … ma che non sta a noi togliergliela” Campo Antonio 2011

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