domenica 4 novembre 2012

IL POPOLO


IL POPOLO


Nella definizione concettuale di “popolo”, come entità politica, si incardina il principio di legittimità del potere.

In Democrazia Sinergica il popolo è costituito dai singoli individui adulti che lo compongono (gli elettori) tra i quali deve esservi il reciproco impegno di rendere effettivi i diritti di ognuno  (in primo luogo la capacità politica) e i non elettori i cui diritti devono essere tutelati in modo ancora più forte dai principi costituzionali.

Gli elettori sono “sovrani” come “popolo” solo se possono costantemente dare peso politico effettivo alla propria volontà maggioritaria quando questa non contrasta con i principi costituzionali.

Il popolo è la pluralità coordinata d’individui che si relaziona con chi detiene il potere di definirne in qualche modo la regola vigente. Il popolo si è evoluto nella storia.

·         Il popolo come cosa di proprietà del dittatore il cui unico scopo è soddisfarne i desideri;

·         Il popolo come classe sociale predominante (aristocrazia) che collabora con il sovrano o essa stessa sovrano che utilizza i restanti individui come cose al servizio della grandezza del regno;

·         Il popolo come gruppo di elettori di una parte più o meno piccola della totalità delle persone soggette alle stesse leggi le quali delegano, a una rappresentanza ancora più piccola di “eletti”, la “sovranità”. Le sue varianti:

o   Il popolo come ceto produttivo in cui il valore politico viene riconosciuto in funzione  dalla capacità contributiva e produttiva, questo avveniva in Gran Bretagna la più vecchia Democrazia moderna (Nel 1832 una riforma elettorale aveva ampiamente cambiato il Parlamento, dividendo il potere tra i proprietari terrieri e il ceto medio, dando il diritto di voto ai fittavoli e alla media borghesia, ma lasciando esclusa la borghesia minore e gli operai);

o   Il popolo come spettatore in cui le proprietà dei mass media definiscono la “visione” del mondo e veicolano le aspettative predominanti determinando nella maggioranza, meno consapevole, la selezione della classe politica in funzione di tale visione (dalla propaganda di monopoli massmediatici agli scontri mediatici di gruppi ideologizzati);

·         Il popolo sinergico come elettori con capacità effettive di controllo e partecipazione misurabile nei processi decisionali pubblici in cui solo pochi sono esclusi per incapacità o per immaturità. Elettori che eleggono la loro rappresentanza e la controllano costantemente potendo intervenire sia nell’agenda politica sia nell’approvazione di leggi sensibili a scadenze frequenti  e possono cambiare il peso del voto di ogni eletto in base al consenso ricevuto. Elettori che possono facilmente intervenire su singoli temi in agenda politica (Democrazia rappresentativa-consultiva). Elettori eletti ai quali è delegata la capacità di legiferare e a sua volta di scegliere il governo e rimuoverlo con il consenso ad altro governo costantemente soggetti al consenso degli altri elettori.

 

Quando parliamo di popolo, non intendiamo una massa indistinta di persone che agisce come un tutt’uno. Questa astrazione non esiste nella realtà, infatti, le persone sono intrinsecamente portatrici di diversità generatrici di raggruppamenti con relazioni sociali asimmetriche, le cui ricorrenze statistiche di comportamenti e di tipologie dimostrano concentrazioni e aderenze a determinati modelli diversificati e mutevoli nel tempo. La comodità descrittiva per stereotipi dei mass media o dei politici non corrisponde alla struttura di relazioni e dinamiche sociali reali.

Quando parliamo di popolo in società democratiche, pensiamo a una pluralità di sottogruppi culturali coordinata politicamente che trova “nel punto di mediazione di tutte le sottoculture esistenti” la sua identità contingente. Oggi del resto sarebbe intollerabile a qualsiasi “democratico” pensare che il popolo debba avere una monocultura in cui vi sono la stessa religione e lo stesso credo ideologico e in cui la devianza culturale sia da ridurre al silenzio.

Il popolo oggi non ha nemmeno contiguità fisica ne è stanziale su di un territorio. L’Italia, come molti paesi, conosce una emigrazione che ha portato milioni di propri cittadini in ogni dove nel mondo. Ieri, gli emigranti, erano disperati con la valigia di cartone … oggi cervelli in fuga da un paese gerontocratico e nello stesso tempo sul proprio territorio sono affluiti per esigenze di lavoro milioni di cittadini di altre nazionalità che hanno forse in prospettiva l’idea di integrarsi nelle società di accoglienza e apportarvi il proprio contributo economico e culturale. Ciò richiede, se si rimane saldi all’ideale democratico per il quale “coloro che sono sottoposti alla legge siano partecipi alla sua formazione o trasformazione”, di trovare soluzioni per la partecipazione del popolo presente in altri stati e il popolo degli stranieri stanziali nel paese. La soluzione più semplice e già in atto è la federazione degli stati a livello continentale ma il concetto di popolo, di nazione, di stato e in definitiva di sovranità pubblica, non ha ancora una soluzione pratica soddisfacente ai fini dell’ideale democratico.

 

Soffermarsi sul concetto di “popolo” è un punto delicato della proposta di Democrazia Sinergica in quanto proprio nella chiarezza della sua definizione vi è la legittimità delle regole e funzionamenti istituzionali vissuti dalle società.

Il popolo è costituito da individui. Ogni individuo ha coscienza di se mentre il popolo non può avere coscienza di se autonoma infatti non esiste un “individuo popolo”. L’idea di appartenenza e condivisione di una cultura unica è esperienza sempre e solo personale di ogni individuo. Quando vi è un certo grado di coincidenza dei valori e delle idee di molti individui si può parlare di una identità collettiva sentita da ogni individuo che se ne sente parte. Le identità collettive variano al variare dell’approssimazione con la quale si considerano le variazioni individuali.

Un individuo può sentirsi parte contemporaneamente di più identità sociali e culturali. La famiglia, gli amici, i colleghi di lavoro, gli appassionati dello stesso hobby, il movimento o partito politico, la religione, il comune, lo stato, l’umanità.

Vi sono concezioni che affermano che un individuo è sacrificabile per il bene di un popolo anche contro la sua volontà. Che il bene collettivo giustifica ingiustizie fatte ad alcuni individui. E che la prevalenza di una cultura deve poter rendere marginali e “normalizzate” le altre varianti culturali. Di solito questa tesi è sostenuta da individui che si sentono in una posizione di forza dovuta all’appartenenza di una maggioranza culturale o al possesso di una forza economica sufficiente da influenzare la pubblica opinione.

Vi sono concezioni che affermano l’esatto opposto fino a dire che la libertà dell’individuo deve potersi esprimere senza limiti che non siano le leggi della fisica e i limiti autoimposti. Che lo stato è sempre una tirannide per quanto blanda sia la sua presenza. Di solito sostenuta da individui che hanno una visione eccentrica e molto minoritaria, che avvertono le strutture politiche come un tentativo della cultura maggioritaria di normalizzare ogni altra forma culturale.

Per la proposta di Democrazia Sinergica il concetto di popolo non deve mai prevalere sulla pari dignità individuale. Le istituzioni repubblicane devono fondare la loro legittimazione nel rispetto assoluto e paritario della dignità di ogni individuo senza discriminazione. Questo comporta delle conseguenze legislative ed istituzionali.

Si deve partire dai diritti riconosciuti e tutelati di ogni individuo che legittima la delega alla collettività della difesa degli stessi. È nella maggiore aderenza e corrispondenza ai principi posti a fondamento e non nelle regole che ad essi s’ispirano e si devono informare che trae la legittimazione il potere statale. Per dirla semplicemente se una regola, nella sua applicazione pratica o nella sua inapplicabilità, produce un risultato in contrasto con i principi costituzionali, la regola è delegittimata dai fatti.

Per fare un esempio: art 53 “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.” Non è così in pratica.

Nessun commento:

Posta un commento