ALTRI COSTI DELLA POLITICA…
ritengo che un ragionamento da escludere a priori sia il fare
il rapporto dei costi della politica
italiana con i costi della politica in altri paesi per il semplice fatto che
negli altri paesi vi è una CASTA più o meno equivalente a quella italiana e
quindi il ragionamento si deve basare sul costo ragionevole di un sistema in
cui gli eletti sono sotto il controllo costante dell’elettorato e che possano
legiferare solo con il suo consenso. Quando in Grecia idearono la Democrazia non
copiarono dagli altri popoli ed estesero a tutti ciò che avveniva tra i pochi
aristocratici.
La politica ha più costi:
·
I doppi incarichi dei politici
·
La conservazione del posto e la fruizione dello
stipendio pubblico
·
I magistrati e dipendenti pubblici fuori ruolo
·
La proliferazione di società con organi di
controllo di nomina politica
·
Il finanziamento degli organi d’informazione dei
partiti
·
La fiscalità di favore di attività a fini
politici o culturali
·
Troppe leggi e troppo complesse che costringono
a ricorrere a specialisti
·
Troppe autorizzazioni
·
L’irrinunciabilità del finanziamento / vitalizio
I doppi incarichi dei politici
Se un Legislatore fa altri incarichi compie:
·
un abuso pericoloso che porta a concentrare ciò
che democraticamente si era diviso per non dare troppo potere a pochi;
·
un furto di impegno non dedicando tutte le sue
risorse al compito assoluto della rappresentanza politica;
·
un Legislatore non può partecipare a
nessun’altra candidatura in quanto può
violare il principio per cui dopo due mandati legislativi deve esservi
l’interruzione di due anni da qualsiasi incarico legislativo o dirigenziale per
lo stato (la rappresentanza politica e il governo devono essere attività
limitate nel tempo altrimenti si rischia che i governanti utilizzino la propria
posizione per creare le condizioni di una propria sostanziale permanenza) cosa
prevalentemente dimostratasi deleteria per la democrazia.
Persone eccezionali che fanno molte cose bene sono un
pericolo per la Democrazia infatti per queste persone il comune sentire è
puerile e se assecondato è solo strumentale ai propri fini. La Democrazia vuole persone mediocri nei
posti decisionali che fanno mediamente bene in sinergia con altri le cui
ambizioni e finalità sono perfettamente comprensibili e sovrapponibili alle
persone comuni.
La conservazione del posto e la fruizione dello stipendio pubblico
Il posto pubblico si conserva senza la precezione di
denaro o altro benefit per tutta la durata del mandato
SI PROPONE
·
il posto pubblico si conserva solo se non è un
posto dirigenziale.
L’obbiettivo di ogni norma è sempre quello di non
permettere che la politica sia un modo per sistemarsi in un posto privilegiato
per tutta la vita. Se vi è un guadagno in tenore di vita dopo la carriera
politica questo deve essere causato dalle proprie capacità senza ricorso ai
soldi pubblici.
I magistrati e dipendenti pubblici fuori ruolo
Attualmente Fonte: http://economia.virgilio.it/soldi/magistrati-fuori-ruolo-doppio-stipendio.html
“sono fuori ruolo circa
300 magistrati che mantengono il loro trattamento economico percependo
un'indennità di funzione che a volte supera lo stipendio.” E' quanto si legge in un articolo a firma di
Milena Gabanelli e Bernardo Iovine, su un tema già oggetto di una precedente
inchiesta di Report. “Antonio Catricalà, Presidente dell'Antitrust; Lamberto Cardia, Presidente
della Consob, Franco Frattini, ministro... Stipendi da capogiro, grazie a una legge che consente
di elargire, solo ai magistrati fuori ruolo, almeno venti milioni di euro
l'anno”- riporta Milena Gabanelli
SI PROPONE:
·
Qualunque dipendente dello stato se impiegato in
altro incarico statale deve essere autorizzato solo se non crea carenza
organica e non percepisce alcun compenso per la durata dell’incarico fuori
ruolo.
·
Il dirigente superiore e l’autorità politica che
ne dispongono l’impiego fuori ruolo sono responsabili in solido del
risarcimento dei danni derivati dalla carenza nell’organico per le disfunzioni
produttive anche successivamente rilevate e quantificabili.
La proliferazione di società con organi di controllo di nomina politica
Uno dei metodi di consolidamento di una casta è la
distribuzione di posti di dirigenza a nomina politica e avere un organo
dirigenziale collegiale ovviamente aumenta le possibilità di distribuzione di
posti e di conseguente lievitazione degli stipendi. I comitati dirigenziali
sono non solo dispendiosi quanto irresponsabili “se la responsabilità è di
troppi non è di nessuno”. La nomina di dirigenti spesso è funzionale a logiche
spartitorie e ricorda il “Manuale Cencelli” il quale aveva definito ex legge
criteri partitori delle poltrone in base ai voti ricevuti da ogni forza
politica.
SI PROPONE:
·
Dirigenze monocratiche a indicazione politica di
una rosa di candidati e assegnazione a sorteggio;
·
Le dirigenze siano indicate dai politici tra i
dipendenti della pubblica amministrazione che determinano una rosa di
candidature le quali sono epurate delle candidature che non dovessero
corrispondere a dei criteri minimi da una commissione apposita della
magistratura ed infine siano incaricati automaticamente in seguito di un
sorteggio di almeno 6 candidature;
·
commissione di controllo unica per più aziende a
conduzione statale o mista (pubblico privato);
·
le commissioni di controllo devono essere aperte
a membri accreditati da tutti i partiti e l’eventuale remunerazione è possibile
solo se la commissione stessa è competente alla supervisione di tutte le
gestioni pubbliche dell’articolazione dello stato alla quale fa riferimento;
·
il costo annuo della commissione è stabilito
indipendentemente dai membri e dall’attività e poi diviso per i membri di cui è
composta. Il finanziamento delle spese del mantenimento della commissione di
controllo è subordinato alle risorse reperite a livello locale
dell’articolazione amministrativa dello stato;
Il finanziamento degli organi d’informazione dei partiti
È interesse degli elettori di essere informati sulle
attività politiche del paese e tramite l’acquisto dei servizi d’informazione
finanziano gli stessi anche permettendo un’entrata pubblicitaria proporzionale
ai lettori. La scelta del servizio d’informazione da parte di più persone ne
premia anche la credibilità e l’interesse che sa suscitare nell’elettore.
Finanziando con denaro pubblico gli organi d’informazione dei partiti si produce
una disparità inaccettabile nei confronti di quelle opinioni non rappresentate
dai partiti che non hanno la forza di costituirne uno ma che possono anche
essere largamente condivisibili dagli elettori. Il finanziamento di organi
d’informazione è spesso un surrettizio ulteriore finanziamento dei partiti e la
costituzione di poltrone private a nomina politica pagate con i soldi pubblici.
I partiti devono autofinanziarsi la propria propaganda
SI PROPONE:
·
se rimane qualche forma di finanziamento alla
politica elettorale e d’informazione dei partiti il rimborso deve essere fatto
direttamente dallo stato ai fornitori dei servizi utilizzati a tali finalità
fino ad un tetto prestabilito.
·
Nei mass media a finanziamento pubblico si
assicura uno spazio gratuito di eguale durata e caratteristiche di palinsesto a
tutti i partiti;
·
Non si possono fare investimenti finanziari
statali sui servizi informativi dei partiti
·
Il finanziamento dei mezzi d’informazione pubblici
deve garantire il massimo accesso di tutte le componenti politiche della
società e supplire alla mancanza di visibilità per le componenti minoritarie:
La fiscalità di favore di attività senza profitto a fini politici o culturali o di volontariato
La fiscalità di favore di attività senza profitto a fini
politici o culturali o di volontariato si basa sulla convinzione che i benefici
della presenza di queste attività sul tessuto sociale siano nettamente
superiori al costo del mancato introito fiscale.
Non tassare il finanziamento alla politica equivale ad
aumentare le tasse a chi non può detrarre tale finanziamento dalla propria
attività commerciale o professionale.
Le tasse non sono uguali per tutti. Le tasse tengono
conto del reddito e del patrimonio disponibile ad ognuno. Le tasse considerano
che non tutti possono pagarle perché alcuni non hanno reddito o hanno un
reddito appena sufficiente ad un tenore di vita di sopravvivenza e proprio a
questi devono essere garantiti i beni e i servizi necessari. Le risorse per
questi servizi non pagati da chi ne fruisce devono essere pagati da coloro che
un reddito sufficiente lo producono ma anche questi ricevono parte dei servizi
erogati gratuitamente perché pagati con la tassazione generale quindi quelli
che producono un reddito sempre più elevato proporzionalmente contribuiscono di
più e pagano una percentuale più alta a compensazione dei mancati incassi dai
redditi insufficienti.
In Italia le tasse di un’azienda o di una persona sono
applicate:
·
Sulle entrate in percentuale fissa (tassazione
diretta) quando compriamo un prodotto o paghiamo un servizio una percentuale di
quanto paghiamo sono le tasse che il ricevente deve versare;
·
Sul reddito complessivo (tassazione indiretta)
in un anno, la differenza tra quanto entrato e quanto uscito per investimento
produttivo è il reddito, questa tassazione parte da zero sotto una soglia di
reddito minima e poi aumenta all’aumentare del reddito fino ad una percentuale
massima. Sul reddito vi possono essere altre deduzioni oltre le spese per
investimento produttivo, tipo: parenti e conviventi senza reddito a carico,
spese mediche, mutui casa ed altro, che va versata;
·
Sul patrimonio (tassazione patrimoniale) ogni
anno viene applicata una tassa di possesso o d’uso su alcuni beni posseduti
tipo terreni, la casa, la macchina, la
radio/TV, ed altro. In alcuni casi se il reddito è sotto il minimo queste tasse
sono ridotte o azzerate;
·
Le deduzioni sono somme che riducono il reddito;
·
Le riduzioni sono percentuale di tassazione
minore sulle somme entrate.
Di fatto sia le
deduzioni che le riduzioni sono tasse in più da pagare altri. Le somme che lo
stato deve incamerare come tasse sono date dalla somma delle spese che lo stato
deve fare per assicurare tutti i servizi pubblici resi e non direttamente e
completamente pagati. Fatto il punto sulle tasse bisogna valutare se i soldi
spesi per attività politiche devono essere non tassati o meno.
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