domenica 4 novembre 2012

ALTRI COSTI DELLA POLITICA…


ALTRI COSTI DELLA POLITICA…


ritengo che un ragionamento da escludere a priori sia il fare il rapporto dei  costi della politica italiana con i costi della politica in altri paesi per il semplice fatto che negli altri paesi vi è una CASTA più o meno equivalente a quella italiana e quindi il ragionamento si deve basare sul costo ragionevole di un sistema in cui gli eletti sono sotto il controllo costante dell’elettorato e che possano legiferare solo con il suo consenso. Quando in Grecia idearono la Democrazia non copiarono dagli altri popoli ed estesero a tutti ciò che avveniva tra i pochi aristocratici.

La politica ha più costi:

·         I doppi incarichi dei politici

·         La conservazione del posto e la fruizione dello stipendio pubblico

·         I magistrati e dipendenti pubblici fuori ruolo

·         La proliferazione di società con organi di controllo di nomina politica

·         Il finanziamento degli organi d’informazione dei partiti

·         La fiscalità di favore di attività a fini politici o culturali

·         Troppe leggi e troppo complesse che costringono a ricorrere a specialisti

·         Troppe autorizzazioni

·         L’irrinunciabilità del finanziamento / vitalizio

I doppi incarichi dei politici


Se un Legislatore fa altri incarichi compie:

·         un abuso pericoloso che porta a concentrare ciò che democraticamente si era diviso per non dare troppo potere a pochi;

·         un furto di impegno non dedicando tutte le sue risorse al compito assoluto della rappresentanza politica;

·         un Legislatore non può partecipare a nessun’altra candidatura  in quanto può violare il principio per cui dopo due mandati legislativi deve esservi l’interruzione di due anni da qualsiasi incarico legislativo o dirigenziale per lo stato (la rappresentanza politica e il governo devono essere attività limitate nel tempo altrimenti si rischia che i governanti utilizzino la propria posizione per creare le condizioni di una propria sostanziale permanenza) cosa prevalentemente dimostratasi deleteria per la democrazia.

Persone eccezionali che fanno molte cose bene sono un pericolo per la Democrazia infatti per queste persone il comune sentire è puerile e se assecondato è solo strumentale ai propri fini.  La Democrazia vuole persone mediocri nei posti decisionali che fanno mediamente bene in sinergia con altri le cui ambizioni e finalità sono perfettamente comprensibili e sovrapponibili alle persone comuni.

La conservazione del posto e la fruizione dello stipendio pubblico


Il posto pubblico si conserva senza la precezione di denaro o altro benefit per tutta la durata del mandato

SI PROPONE

·         il posto pubblico si conserva solo se non è un posto dirigenziale.

L’obbiettivo di ogni norma è sempre quello di non permettere che la politica sia un modo per sistemarsi in un posto privilegiato per tutta la vita. Se vi è un guadagno in tenore di vita dopo la carriera politica questo deve essere causato dalle proprie capacità senza ricorso ai soldi pubblici.

I magistrati e dipendenti pubblici fuori ruolo


Attualmente Fonte: http://economia.virgilio.it/soldi/magistrati-fuori-ruolo-doppio-stipendio.html “sono fuori ruolo circa 300 magistrati che mantengono il loro trattamento economico percependo un'indennità di funzione che a volte supera lo stipendio. E' quanto si legge in un articolo a firma di Milena Gabanelli e Bernardo Iovine, su un tema già oggetto di una precedente inchiesta di Report.Antonio Catricalà, Presidente dell'Antitrust; Lamberto Cardia, Presidente della Consob, Franco Frattini, ministro... Stipendi da capogiro, grazie a una legge che consente di elargire, solo ai magistrati fuori ruolo, almeno venti milioni di euro l'anno”- riporta Milena Gabanelli

SI PROPONE:

·         Qualunque dipendente dello stato se impiegato in altro incarico statale deve essere autorizzato solo se non crea carenza organica e non percepisce alcun compenso per la durata dell’incarico fuori ruolo.

·         Il dirigente superiore e l’autorità politica che ne dispongono l’impiego fuori ruolo sono responsabili in solido del risarcimento dei danni derivati dalla carenza nell’organico per le disfunzioni produttive anche successivamente rilevate e quantificabili.

La proliferazione di società con organi di controllo di nomina politica


Uno dei metodi di consolidamento di una casta è la distribuzione di posti di dirigenza a nomina politica e avere un organo dirigenziale collegiale ovviamente aumenta le possibilità di distribuzione di posti e di conseguente lievitazione degli stipendi. I comitati dirigenziali sono non solo dispendiosi quanto irresponsabili “se la responsabilità è di troppi non è di nessuno”. La nomina di dirigenti spesso è funzionale a logiche spartitorie e ricorda il “Manuale Cencelli” il quale aveva definito ex legge criteri partitori delle poltrone in base ai voti ricevuti da ogni forza politica.

SI PROPONE:

·         Dirigenze monocratiche a indicazione politica di una rosa di candidati e assegnazione a sorteggio;

·         Le dirigenze siano indicate dai politici tra i dipendenti della pubblica amministrazione che determinano una rosa di candidature le quali sono epurate delle candidature che non dovessero corrispondere a dei criteri minimi da una commissione apposita della magistratura ed infine siano incaricati automaticamente in seguito di un sorteggio di almeno 6 candidature;

·         commissione di controllo unica per più aziende a conduzione statale o mista (pubblico privato);

·         le commissioni di controllo devono essere aperte a membri accreditati da tutti i partiti e l’eventuale remunerazione è possibile solo se la commissione stessa è competente alla supervisione di tutte le gestioni pubbliche dell’articolazione dello stato alla quale fa riferimento;

·         il costo annuo della commissione è stabilito indipendentemente dai membri e dall’attività e poi diviso per i membri di cui è composta. Il finanziamento delle spese del mantenimento della commissione di controllo è subordinato alle risorse reperite a livello locale dell’articolazione amministrativa dello stato;

Il finanziamento degli organi d’informazione dei partiti


È interesse degli elettori di essere informati sulle attività politiche del paese e tramite l’acquisto dei servizi d’informazione finanziano gli stessi anche permettendo un’entrata pubblicitaria proporzionale ai lettori. La scelta del servizio d’informazione da parte di più persone ne premia anche la credibilità e l’interesse che sa suscitare nell’elettore. Finanziando con denaro pubblico gli organi d’informazione dei partiti si produce una disparità inaccettabile nei confronti di quelle opinioni non rappresentate dai partiti che non hanno la forza di costituirne uno ma che possono anche essere largamente condivisibili dagli elettori. Il finanziamento di organi d’informazione è spesso un surrettizio ulteriore finanziamento dei partiti e la costituzione di poltrone private a nomina politica pagate con i soldi pubblici.

I partiti devono autofinanziarsi la propria propaganda

SI PROPONE:

·         se rimane qualche forma di finanziamento alla politica elettorale e d’informazione dei partiti il rimborso deve essere fatto direttamente dallo stato ai fornitori dei servizi utilizzati a tali finalità fino ad un tetto prestabilito.

·         Nei mass media a finanziamento pubblico si assicura uno spazio gratuito di eguale durata e caratteristiche di palinsesto a tutti i partiti;

·         Non si possono fare investimenti finanziari statali sui servizi informativi dei partiti

·         Il finanziamento dei mezzi d’informazione pubblici deve garantire il massimo accesso di tutte le componenti politiche della società e supplire alla mancanza di visibilità per le componenti minoritarie:

La fiscalità di favore di attività senza profitto a fini politici o culturali o di volontariato


La fiscalità di favore di attività senza profitto a fini politici o culturali o di volontariato si basa sulla convinzione che i benefici della presenza di queste attività sul tessuto sociale siano nettamente superiori al costo del mancato introito fiscale.

Non tassare il finanziamento alla politica equivale ad aumentare le tasse a chi non può detrarre tale finanziamento dalla propria attività commerciale o professionale.

Le tasse non sono uguali per tutti. Le tasse tengono conto del reddito e del patrimonio disponibile ad ognuno. Le tasse considerano che non tutti possono pagarle perché alcuni non hanno reddito o hanno un reddito appena sufficiente ad un tenore di vita di sopravvivenza e proprio a questi devono essere garantiti i beni e i servizi necessari. Le risorse per questi servizi non pagati da chi ne fruisce devono essere pagati da coloro che un reddito sufficiente lo producono ma anche questi ricevono parte dei servizi erogati gratuitamente perché pagati con la tassazione generale quindi quelli che producono un reddito sempre più elevato proporzionalmente contribuiscono di più e pagano una percentuale più alta a compensazione dei mancati incassi dai redditi insufficienti.

In Italia le tasse di un’azienda o di una persona sono applicate:

·         Sulle entrate in percentuale fissa (tassazione diretta) quando compriamo un prodotto o paghiamo un servizio una percentuale di quanto paghiamo sono le tasse che il ricevente deve versare;

·         Sul reddito complessivo (tassazione indiretta) in un anno, la differenza tra quanto entrato e quanto uscito per investimento produttivo è il reddito, questa tassazione parte da zero sotto una soglia di reddito minima e poi aumenta all’aumentare del reddito fino ad una percentuale massima. Sul reddito vi possono essere altre deduzioni oltre le spese per investimento produttivo, tipo: parenti e conviventi senza reddito a carico, spese mediche, mutui casa ed altro, che va versata;

·         Sul patrimonio (tassazione patrimoniale) ogni anno viene applicata una tassa di possesso o d’uso su alcuni beni posseduti tipo terreni,  la casa, la macchina, la radio/TV, ed altro. In alcuni casi se il reddito è sotto il minimo queste tasse sono ridotte o azzerate;

·         Le deduzioni sono somme che riducono il reddito;

·         Le riduzioni sono percentuale di tassazione minore sulle somme entrate.

Di  fatto sia le deduzioni che le riduzioni sono tasse in più da pagare altri. Le somme che lo stato deve incamerare come tasse sono date dalla somma delle spese che lo stato deve fare per assicurare tutti i servizi pubblici resi e non direttamente e completamente pagati. Fatto il punto sulle tasse bisogna valutare se i soldi spesi per attività politiche devono essere non tassati o meno.

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