Il Parlamento
bicamerale e la produzione di leggi
La Costituzione Italiana stabilisce che la funzione
legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere (art. 70). Tale
meccanismo è stato voluto dai legislatori della costituzione per assicurare
almeno tre tutele:
·
avere un passaggio legislativo di “raffreddamento”
che dia la possibilità d’intervento dell’opinione pubblica rispetto alla legge
che si sta approvando in via definitiva;
·
avere in almeno un passaggio legislativo una
rappresentanza legata ai vari territori dello stato che ne tuteli le
specificità e gli interessi nelle leggi in approvazione definitiva
·
avere i pareri di copertura di bilancio e di
legittimità costituzionale su di un testo definitivo e consolidato dalle
varianti, potenzialmente approvabile successivamente così com’è
Ciò significa che per diventare legge un progetto deve
essere approvato nell'identico testo da Camera e Senato. Il bicameralismo
perfetto, ovvero la duplicazione della stessa funzione legislativa, è spesso
accusato di:
·
far rallentare indefinitamente l’iter delle
leggi non rispondendo alla velocità del mondo attuale;
·
essere causa di una spesa ingiustificata in
quanto duplica i costi diretti ed indiretti della sede legislativa;
·
rende difficile per l’elettore seguire le
logiche di voto dei singoli eletti (incomprensibilità aggravata dall’impossibilità
di seguire le evoluzioni decisionali del numero pletorico di parlamentari 941
“quasi 1000!”);
·
aver perso le ragioni storiche e funzionali per
le quali era stata istituita questa duplicazione ovvero della necessità che non
si approvassero leggi liberticide senza sufficiente dibattito nel paese con
colpi di mano che impongano una legge;
·
produrre una legislazione prescrittiva di un
numero sterminato di norme spesso scritte in modo da mettere in difficoltà
anche un giurista disseminando in varie leggi argomenti più disparati e
lasciando sopravvivere leggi inapplicabili o culturalmente divenute prive di
senso per l’evoluzione della tecnologia o dei costumi.
Posta in questi termini sembra evidente che va tolta sia
la duplicazione della funzione che il numero pletorico dei legislatori. Ma considerando ogni punto ci si accorge che
alcune modifiche vanno fatte ma per le ragioni diverse da quelle indicate! Ed
altre vanno fatte tutelando in altro modo con meno effetti collaterali
indesiderati o più efficace l’argine che esse costituiscono
Parlamento - Accusa di lentezza legislativa
L’accusa di “far
rallentare indefinitamente l’iter delle leggi non rispondendo alla velocità del
mondo attuale” questo non è affatto vero in quanto possiamo constatare che nella
legislazione Italiana le leggi sono eccessive nella quantità, prodotte a getto
continuo, sempre nuove e compulsivamente cambiate.
“Nulla è più
contrario alla guarigione del cambiare spesso i rimedi” come diceva Lucio
Anneo Seneca (4 a.C. – 65 d.C.) filosofo e politico latino.
Il cambiare spesso le leggi rivela che quelle fatte sono
inefficaci e frettolose. Una legge è efficace quando nel tempo non si sente il
bisogno di cambiarla. Non è la velocità con cui si fa che la rende efficace
quanto la capacità di precorrere i tempi. Non è possibile che la legge duri nel
tempo con efficacia se si limita a rincorre gli eventi, anzi spesso è dannosa.
È falso che le leggi che la maggioranza politica intende
far promulgare debbano sottostare a dibattiti biblici infatti le più importanti
sono approvate in doppia lettura in una ventina di giorni (anche leggi finanziarie
da far tremare i polsi!). La lungaggine dell’approvazione di disegni di leggi è
spesso dovuta alla semplice volontà di non approvarle. Le forze politiche
maggioritarie trovano spesso più comodo e furbo lasciarle nel limbo della
spoletta legislativa tra le due camere del parlamento invece di, più onestamente,
bocciarle definitivamente. Quindi le leggi bloccate per anni nella spoletta tra
le due camere sono una stortura dovuta al voto di scambio tra le forze
politiche, anche interne alla maggioranza, in ordine alla possibilità di poter
dire agli elettori “abbiamo, a questo proposito …, un disegno di legge in
discussione già approvato in una camera …” di cui si sa a priori
l’impossibilità politica contingente alla sua approvazione definitiva.
Il problema, quindi, non è nella lentezza
dell’elaborazione delle leggi ma nella loro eccessiva frequenza e la loro bassa
qualità in chiarezza ed efficacia.
Per dirla parafrasando Esopo “La tartaruga arriva alla
meta e la lepre si distrae e non coglie che la ragione della gara non sta
nell’essere più veloci ma nell’arrivare per tempo al risultato”
Il problema principale non è quindi la lentezza nel
legiferare o il costo … i problemi sono:
·
nella iperlegificazione (troppe leggi);
·
l’oscurità tecnica e linguistica che le rende
incomprensibili all’elettore medio (leggi espresse con termini troppo tecnici);
·
la disseminazione di norme di varia natura in
stesse leggi e improbabilità di trovare normato un argomento in un’unica
raccolta di leggi (disorganizzazione dei testi di legge);
·
troppe proposte di legge senza un sufficiente
consenso parlamentare di base (leggi specchietto)
·
la sistematica trascuratezza nel prendere in
considerazione le leggi di iniziativa popolare;
·
il passaggio in sedi legislative improprie
(decreti del governo e leggi delega)
·
la prescrittività e la poca astrattezza delle
leggi (leggi che prescrivono modalità caso per caso invece di definire criteri
generali)
Quindi il dramma più grosso dei processi legislativi non
è la lentezza ne il costo delle leggi prodotte quanto la loro qualità … per
questo bisogna prioritariamente assicurare almeno la qualità formale delle
stesse e subordinatamente la non conflittualità d’interesse in chi le vota.
SI PROPONE
·
Di dare al Presidente dei vari livelli
territoriali la responsabilità della correttezza formale delle leggi
relativamente alla coerenza delle stesse in testi unici, alla loro
comprensibilità da parte di un elettore medio, al rispetto della costituzione e
alla non ingerenza nei livelli legislativi inferiori o superiori. E dare a
questi gli strumenti giuridici e tecnici per condizionare il processo
legislativo alla correttezza nella tecnica legislativa;
·
Che il Presidente dei vari livelli territoriali non
promulghi leggi incomprensibili ad un elettore medio, non inserite o modificare
testi unici con norme inserite in leggi di differente natura;
·
Per la legislazione passata, prodotta ai vari
livelli, essa resta valida finché il Presidente non ne dichiari la decadenza da
quel momento gli articoli di legge o parti di essi indicati dal Presidente se
entro due anni non sono riformulati dal Parlamento Legislatore decadono e
vengono cancellate in automatico e far sparire leggi che nessuno avrebbe il
coraggio di sostenere. (questo fornisce uno strumento di pressione per il
Presidente per far riscrivere secondo la nuova norma la vecchia legislazione)
il Presidente non può far decadere più di 10 leggi all’anno. (questo per
limitare la sua azione ad uno stimolo e non ad un pressing esautorante il Parlamento
Legislatore);
·
Il Presidente dei livelli subordinati deve
procedere alla indicazione della non conformità di leggi vigenti o parte di
esse al modificarsi delle leggi quadro del livello superiore;
·
Di non ammettere la presentazione proposta di
legge da parte di qualsiasi soggetto accreditato alla proposta nelle sedi
previste se non come integrazione o modifica o cancellazione di una legge
esistente relativa ad un testo unico. In caso di legge relativa a tematica
autonoma non prevista nei testi unici si può proporre l’istituzione di un nuovo
testo unico. (questo dovrebbe assicurare la non proliferazione e
affastellamento di leggi sullo stesso argomento e il mantenimento nel tempo
della coerenza della legislazione relativa ad un argomento);
·
Di non poter proporre in una legge unica di
modifica a più leggi che partecipano a più testi unici legislativi differenti
se non come leggi autonome di riscrittura per raccordo di norme collegate alla
legge proposta. Si istituisce il testo unico della forma consentita nella
proposta e stesura delle leggi di ogni ordine e grado e della loro variazione o
decadenza automatica. (avendo ogni livello territoriale potere legislativo e
ordinamentale nell’ambito delle leggi del livello superiore e non intervenendo
nell’ambito inferiore le leggi prodotte devono essere lineari astratte e
autosufficienti in modo che ogni livello legislativo possa operare nel suo
ambito senza equivoci o conflittualità giuridiche);
·
Nella scrittura degli articoli di una legge
permettere raramente, solo quando non sia improponibile diversamente, il riferimento ad altre leggi o altri articoli
di legge (ciò permette un intervento di manutenzione delle leggi e una
comprensione irrinunciabili se le leggi devono essere a misura di elettore
medio)
·
Non ammettere i disegni di legge che non trovano
il sostegno di 1/30 dei legislatori per
l’inserimento in agenda politica (si vuole che vi sia il sostegno minimo
iniziale senza il quale si può ricadere nella iscrizione di proposta di legge
provocatoria o strumentale che impegna senza costrutto la discussione);
·
Di impedire la sopravvivenza dei disegni di
legge, approvati in prima lettura, che non giungono alla promulgazione entro 6
mesi dal primo inserimento in discussione. E’ responsabilità del Presidente del
Parlamento Legislatore garantire la discussione di tutte le proposte o la
dichiarazione che le proposte di legge presentate non trovano spazio
sufficiente nel dibattito parlamentare
in un tempo dato o utile. Di essi nessuno ne può rivendicare la paternità o
l’esclusiva e chiunque può riutilizzare in tutto o in parte il testo e i
materiali connessi. (si vuole impedire la sopravvivenza nominale di proposte di
legge approvate solo in prima lettura e non ridiscusse o continuamente
modificate. Di impedire la proposta di mettere in agenda politica leggi in cui
non vi sia già un sufficiente sostegno in parlamento. Di non far presentare
proposte di legge la cui trattazione non trova spazio nel calendario dei
dibattiti disponibile);
·
Di obbligare il parlamento a dedicare almeno 1/3
del proprio tempo per la discussione delle proposte di legge di origine
popolare che devono concludersi con il sostegno o con la decadenza della
proposta in esame;
·
Che il Governo non possa legiferare e debba solo
regolamentare in forza di una legge e che il Parlamento Legislatore non possa
regolamentare nel dettaglio ma possa solo stabilire principi generali.
Ragionando sull’obbiettivo di ridurre i tempi di
produzione di una legge si deve cogliere contestualmente il non fare
proliferare le leggi vigenti quindi diventa negativa la velocità di
approvazione di leggi se fanno aumentare la mole della legislazione vigente a
scapito della qualità.
Altro ragionamento riguarda la coerenza, la
comprensibilità e la semplicità di applicazione delle leggi che devono trovare
costante attenzione e non una periodica attenzione dovuta all’emergere delle
esagerazioni. Quindi diventa necessario uno strumento stabile che renda
coerente, funzionale e comprensibile il corpo di leggi vigenti.
Un ultimo ragionamento è sull’impedire che le leggi del
Legislatore diventino delle regole di dettaglio e impedire che chi governa
produca leggi generali (si vuole che il legislatore detti le linee guida e chi
governa ne indichi il dettaglio senza commistione dei ruoli).
La legge deve diventare un ambito in cui poter scegliere
e non una morsa da subire.
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PENSIERI ISTANTANEI
Troppe
leggi nessuna legge
Anonimo
Antica Roma
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PENSIERI ISTANTANEI
La
legge che insegue gli eventi non li governa.
Una
legge se si basa su principi chiari
precorre
i tempi e mantiene efficacia al cambiare degli eventi.
Antonio
CAMPO 2012
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Parlamento - Accusa di costo eccessivo
L’accusa di ”essere
causa di una spesa enorme in quanto duplica i costi diretti ed indiretti della
sede legislativa” è opinabile relativizzandola. In definitiva la
valutazione del costo di qualsiasi cosa va considerato rispetto a più aspetti,
ad esempio:
·
Quanto incide nella spesa complessiva?
·
Cosa accadrebbe a non pagarne il costo?
·
Spendendo di più ottengo maggiore risultato?
·
Fino a che importo i risultati ne giustificano
il costo?
Sinceramente non è facile rispondere perché non vi sono
dati oggettivi ufficiali attendibili quindi per non dare i numeri a caso è
preferibile non dare una risposta a queste domande pur ritenendole
significative e ci limitiamo ad un ragionamento per induzione ed esclusione.
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PENSIERI ISTANTANEI
Se pago
100 e mi è utile 2 volte è mi costa 50 per ogni volta che mi è stata utile.
Se pago
1000 e mi è utile 100 volte mi è costata 10 per ogni volta che mi è stata
utile.
Il
costo vero è dato dalla resa effettiva meno l’aspettativa di resa immaginata
Antonio
CAMPO 2012
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Il costo del parlamento e di tutti gli organi legislativi
delle articolazioni dello stato è il costo della democrazia. Azzerare questo
costo vorrebbe dire azzerare la democrazia. Ridurne il costo riducendo la
qualità e quantità di democrazia non dovrebbe ritenersi accettabile. Aumentare
l’efficacia democratica a parità di costo questo dovrebbe essere l’obbiettivo
specialmente in tempi di crisi.
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PENSIERI ISTANTANEI
Posso
rinunciare ad una spesa di 10 per un bene desiderabile
Non
posso rinunciare a una spesa di 1000 per un farmaco o un bene esistenziale.
In
democrazia il costo della stessa è esistenziale … ma non deve essere
inefficace!
Antonio
CAMPO 2012
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Il costo dell’attività legislativa può essere ridotto, anche
senza diminuire il numero dei legislatori, semplicemente escludendo alcune voci
di spesa che nulla hanno a che fare con l’attività legislativa e diminuendo al
minimo indispensabile le voci di finanziamento dell’attività legislativa
propria. E nulla vieta a priori di ridurre sia i costi che il numero dei
legislatori.
SI PROPONE
·
Stabilire che tutta la legislazione sul
finanziamento della politica e dei vantaggi che la classe politica deve fruire
per adempiere con efficacia alla propria funzione sia fatta da una assemblea
legislativa temporanea che non appartenga alla classe politica o amministrativa
dello Stato “Parlamento Regolatore”. (si vuole affermare che chi è soggetto di
vantaggi per la funzione svolta non possa stabilire da solo quali, quanti e
come essi debbano essere)
·
stabilire il principio che ogni somma di
finanziamento della politica sia corrisposta al singolo legislatore e non ad
altri e che questa è da considerarsi un finanziamento netto e complessivo della
sua attività legislativa e politica attiva per un periodo dato. (si vuole
escludere i partiti dal finanziamento diretto a carico dei contribuenti e
rendere tale contribuzione certa, controllabile, non gonfiabile
surrettiziamente in mille rivoli ed poterne attribuire la responsabilità morale
dell’uso all’eletto che deve darne conto ai propri sostenitori ufficiali della
candidatura)
·
svincolare lo “stipendio” dei parlamentari dal
collegamento a qualsiasi altra categoria. (si vuole impedire la furbata di
aumentarsi il “reddito” aumentando il reddito di una categoria di lavoratori ad
essi collegata come attualmente lo sono gli stipendi dei magistrati agli
stipendi dei parlamentari)
·
solo i parlamentari eletti ed in carica ricevono
tale finanziamento ed esso termina al decadere del mandato. (si vuole escludere
il finanziamento di posizioni politiche non rappresentate scoraggiando la
creazione di partiti o cartelli elettorali di comodo che percepiscano
contributi a carico dei cittadini)
|
PENSIERI ISTANTANEI
Chi
paga deve sapere chi sta pagando e per quale utilizzo.
In
democrazia non si paghino i partiti,
si
paghino i singoli politici rendendo pubblico ogni spesa effettuata con quei
soldi.
Antonio
CAMPO 2012
|
|
·
I parlamentari ricevono il finanziamento
prescindendo dai voti rappresentati. (si vuole impedire che i parlamentari
abbiano una dignità economica legata al peso della rappresentanza in quanto
molti o pochi elettori il peso del voto cambia ma la dignità culturale della
posizione politica espressa deve essere la stessa)
·
tale finanziamento è stabilito per tutto il
corpo legislativo dello stato ogni 2 anni e ripartito secondo criteri di
solidarietà, equità e merito. (si vuole stabilire che si parte da una
percentuale effettiva delle entrate previste dello stato e poi questa si
ripartisce risentendo in automatico della salute fiscale del paese e inducendo
ad una lotta contro l’evasione fiscale per non dover aumentare la tassazione
procapite e agevolare le misure che fanno aumentare la produttività del paese)
·
Mediamente ogni parlamentare prende 360mila euro
l’anno (30mila euro al mese). (come diceva il buon Totò se 30mila euro al mese vi
sembrano poche per assorbire le spese personali e le spese dell’attività
politica allora è meglio che non si candidi affatto)
·
Ogni parlamentare deve assicurare una presenza
minima in sede legislativa di 520 ore ad anno legale la sua assenza non
giustificata da missioni o malattie gravi che impediscano anche il televoto comporta
una decurtazione di mille euro all’ora. (si vuole evidenziare che l’assenza
sistematica produce un danno di rappresentanza che deve essere ridotto al
minimo indispensabile)
·
Nessun parlamentare prende meno di 2mila euro al
mese al netto delle eventuali decurtazioni. Le decurtazioni non applicate si
applicano alle mensilità successive ma decadono e sono inesigibili se il
mandato decade. (si vuole garantire che nessun parlamentare abbia un tenore di
vita indegno)
·
Le decurtazioni cumulate sono divise, a fine
mese, tra tutti i parlamentari con diritto di voto o solo proponenti. (si vuole
creare un contraddittorio interessato in modo che non vi sia omertà o
solidarietà con gli assenteisti)
·
Sono aboliti vitalizi e costituzioni di pensioni
retributive. (si vuole impedire che la politica crei privilegi disgiunti dalla funzione
contingente)
|
PENSIERI ISTANTANEI
Il
servizio politico non va mai pagato a prestazione ma a disponibilità.
Il
pagamento pubblico del politico lo renda sufficientemente libero da assilli
esistenziali ma lo costringa a sapersi gestire le spese personali e politiche
con una somma giornaliera data.
Antonio
CAMPO 2012
|
|
·
Sono aboliti rimborsi spesa o quote forfettarie
per il vitto, l’alloggio, il trasporto, le comunicazioni, il guardaroba, cure
mediche ed altri benefici personali quando non in missione. (si vuole stabilire
che tali costi sono da affrontare con il finanziamento mensile assegnato ad
ogni legislatore)
·
Sono aboliti pagamenti esterni per collaboratori
o consulenti personali, per uffici o sedi di rappresentanza, per cancelleria e
propaganda (si vuole stabilire che tali costi sono da affrontare con il
finanziamento mensile assegnato ad ogni legislatore)
·
Tutti i parlamentari possono valersi dei servizi
di qualsiasi sede legislativa quali consulenze, consultazione e ricerca testi,
traduzioni, sedi di riunione e conferenza, servizi di convenzioni di beni e
servizi senza oneri per lo stato. (si vuole stabilire che i servizi di
funzionamento e potenziamento dell’efficacia politica devono essere unificati e
disponibili a tutti i legislatori e che i risultati di tali servizi siano resi
gratuitamente a tutti i cittadini che li hanno già pagati)
Le spese della politica, finanziate dallo Stato, devono
basarsi sul principio di nettezza della separazione tra costi politici e costi
privati. Le regole che ne scaturiscono devono impedire, nella pratica, quelle
zone ambigue in cui tali costi si sovrappongono. Ad ogni politico,
giornalmente, devono essere imputati e resi noti a tutti gli elettori i costi
assoluti delle attività dallo stesso generate e non pagate con il finanziamento
diretto a suo carico, ad esempio consulenze, trasporti e logistica, personale e
costi della sicurezza ed altro in modo che l’elettorato possa apprezzarne i
risultati a fronte delle spese.
Parlamento - Accusa di inattualità
All’accusa di “aver perso le ragioni storiche e
funzionali per le quali era stata istituita questa duplicazione ovvero della
necessità che non si approvassero leggi liberticide senza sufficiente dibattito
nel paese con colpi di mano che impongano una legge” si può rispondere che
di sicuro la duplicazione della stessa sede legislativa perde significato se si
riesce a tutelare la funzione di possibilità di intervento dell’elettorato tra
la prima e seconda lettura in caso la legge approvata in prima lettura sia
“troppo controversa” o impopolare. E si salvaguardi la possibilità di far
intervenire tutte le sensibilità del corpo elettorale.
SI PROPONE
·
Per ovviare alla duplicazione senza togliere la
tutela della doppia lettura si potrebbe trasformare in un parlamento
monocamerale il Parlamento Legislatore ed imporre un meccanismo di doppia
lettura gestito dal Presidente dello Stato con un tempo minimo / massimo nella
legislazione ordinaria in modo che l’elettorato possa intervenire in sedi
istituzionali di parlamenti Deliberativi o tramite tele votazione diretta di
Parlamenti Popolari o tramite intervento in tavoli di concertazione delle
rappresentanze della società in forza dei loro iscritti.
·
Il sistema di voto può escludere la
rappresentanza di alcune sensibilità culturali dovuta al dimezzamento dei
parlamentari della camera dei deputati quindi per ovviare alle esclusioni più
evidenti si da al Presidente la facoltà di accreditare in parlamento, con
diritto di intervento e di proposta di legge o di mozione, ma non di voto i
rappresentanti accreditati dei partiti non rappresentati da legislatori in
parlamento, dei sindacati, dei movimenti e associazioni, anche gli attuali
senatori a vita potrebbero mantenere il solo diritto di parola (togliendo
quest’aberrazione del seggio a vita e del fatto eversivo alla pari dignità
degli elettori per cui il voto di un elettore diventato senatore a vita vale
migliaia di voti senza rappresentarne che il proprio. Questa la sento come una
surrettizia aristocrazia ovvero un mostro giuridico).
L’esclusione di una parte dell’elettorato al voto per una
dei due rami del parlamento, per mere ragioni anagrafiche, deve avere una
motivazione democratica che al momento non mi sembra avere. Se è vero che l’età
può essere un criterio di differenziazione nell’ammissione alla vita politica
può essere pensabile che a varie età possano risultare accessi a livelli di
partecipazione e capacità decisionali maggiori. Non mi sembra però ammissibile
che a parità di età il votare per una rappresentanza a pieno titolo di un ramo
del parlamento non dia possibilità di rappresentanza nell’altro ramo che fa la
stessa attività!.
Parlamento – Accusa di astrusità
L’accusa di “rendere
difficile per l’elettore seguire le logiche di voto dei singoli eletti
(incomprensibilità aggravata dall’impossibilità di seguire le evoluzioni
decisionali del numero pletorico di parlamentari 941 “quasi 1000!”)”
è pertinente. Di solito le letture delle leggi che “interessano realmente” la
maggioranza subiscono tre letture prima dell’approvazione definitiva. Una
camera elabora la prima stesura della legge, questa passa alla seconda camera
che di solito vi apporta delle correzioni e passa alla prima camera che approva
la legge con le modifiche della seconda camera, quindi il Capo dello Stato la
Promulga. In tali passaggi si celano gli inserimenti di norme che poco hanno a
che fare con la funzionalità e miglioramento del testo di legge quanto sono
concessioni funzionali al voto di scambio. In questi passaggi si applicano
quelle strategie ostruzionistiche per cui si ostacola una norma condivisa o si
approva una norma avversata se questo può danneggiare o avvantaggiare le forze
politiche concorrenti in base a utilità politiche che si articolano in più
passaggi con gruppi di rappresentanza diversi. Tutto ciò non facilita l’opera
di valutazione della rappresentanza dell’eletto da parte dell’elettore comune.
Il rapporto ideale tra eletti ed elettori non esiste
Ridurre il numero dei parlamentari per rendere più chiara
la responsabilità politica dei singoli legislatori da un lato agevola il
controllo del comportamento degli eletti ma dall’altro può entrare in
contraddizione con il principio di garantire la massima rappresentatività e realizzare
la più ampia e diffusa partecipazione alla formazione delle leggi e al
controllo del governo. Il ragionamento fatto è che meno persone elette come
legislatori vuol dire anche più concentrazione di potere decisionale, meno
sensibilità culturali coinvolte.
Di fatto oggi in Italia il rapporto tra eletto ed eletti
è approssimativamente di 80mila elettori a un deputato e questo dato si ottiene
avendo circa 60milioni di abitanti di cui circa 50milioni di elettori diviso
630 deputati. Se si immagina di ridurre drasticamente a 100 i rappresentanti si
avrebbe un rapporto di 500mila ad uno. Questa concentrazione impoverisce e
concentra di molto l’attuale rappresentanza ma è mia opinione che possa essere
un accettabile compromesso tra consistenza delle individualità coinvolte e
significatività di ogni rappresentante in termini percentuali di peso di voto.
Non esiste un rapporto numerico ideale tra eletti ed
elettori e la scelta di un rapporto numerico o percentuale è sempre una scelta
di compromesso tra elementi anche antagonisti di inclusività, autorevolezza,
resistenza al ricatto e alla corruttibilità, economicità. Vi sono però delle
soglie oltre le quali vi è un’evidenza della mancanza di rappresentatività
degli eletti.
Ragionando sulla soglia minima il gruppo di persone
elette che possano dirsi rappresentative delle opinioni politiche di una
società non può essere di due o tre eletti in quanto non vi sarebbe sufficiente
varietà di declinazione della stessa opinione quindi ipotizzando due o tre
proposte alternative dovremmo avere almeno due o tre sostenitori di ogni
proposta per cui si può, molto approssimativamente, ritenere che 9 potrebbe
essere il numero più piccolo comunque equilibrato nella varietà di
rappresentanza espressa.
Ragionando sulla soglia massima le considerazioni sono
basate sul fatto che la democrazia diretta diventa difficoltosa da condurre
quando si parla di qualche migliaio di votanti.
Se arbitrariamente poniamo la soglia a mille in alcuni casi avremo quasi
la partecipazione diretta di piccole comunità ed in altre un rapporto di un
rappresentante ogni 50mila votanti.
In definitiva il metodo democratico di scelta oscilla tra
incontro e scontro, ovvero, tra la ricerca del compromesso e punto di
mediazione più ampio possibile e all’opposto la ricerca di una parte sociale di
prevalere sulle opinioni inconciliabili mettendole in svantaggio cronico.
La scelta democratica della maggioranza semplice porta a
rendere poco influenti le politiche minoritarie, per quanto grande possa essere
il numero di rappresentanti per ogni posizione politica o votanti così che esse
hanno solo la dignità di espressione nelle sedi istituzionali.
Ottenere una governabilità tramite il sistema di voto è una truffa
È da ritenersi fuorviante (di fatto una degenerazione) la
considerazione che sia giustificabile la perdita di effettiva rappresentatività
a favore di una maggiore governabilità.
Non è ammissibile nessun meccanismo premiale che falsi
l’effettiva distribuzione dei voti sulle posizioni rappresentate.
Non è ammissibile l’annullamento della rappresentanza a
coloro che scelgono un candidato che non raggiunge i voti necessari alla sua
elezione.
Non è ammissibile assegnare eletti in base al territorio
e non in base al numero dei votanti.
Si ritiene che l’eccessiva rappresentanza porta a
fenomeni di frammentazione politica che rendono difficile la formazione di
poche opzioni chiare in quanto ogni microscopica componente politica sarà più
interessata ad acquistare visibilità politica che dare forza ad una delle
opzioni più fattibili come mediazione politica.
La semplice riduzione dei rappresentanti eleggibili funziona
già da quota di sbarramento ed obbliga l’elettorato a concentrarsi su alcune
posizioni di minimo comun denominatore.
La governabilità però non viene assicurata da nessun tipo
di sistema di voto quanto dall’affermazione di meccanismi di sostituzione che
spostano la sede decisionale in caso di stallo.
PROPOSTA
Per il Parlamento Legislatore il voto deve essere
proporzionale con doppio turno sul rinnovo di un terzo della rappresentanza
Nel primo turno si stabiliscono gli eletti e nel secondo
turno il peso di rappresentanza di ogni eletto e la redistribuzione dei pesi di
rappresentanza dei rappresentanti dei due terzi non rinnovati su base
preferenziale
L’obbiettivo del sistema elettivo quindi non può e non
deve essere quello di ridurre la frammentazione politica per assicurare una
maggiore governabilità. Tutte le
strategie di voto che come obbiettivo hanno il creare condizioni di
aggregazione politica per assicurare maggiore governabilità sono una truffa e
una gravissima offesa ai principi della democrazia diretta quanto indiretta che
ad essa si deve ispirare.
La governabilità va assicurata impedendo le pratiche
ostruzionistiche e rendendo determinanti in sede legislativa, ed in certe
condizioni, anche le maggioranze relative
Disinteressiamoci della questione costi e concentriamoci
sui seguenti aspetti:
·
Se gruppo selezionato di persone sia sufficientemente
grande da avere una gamma di sensibilità politiche individuali ampia;
·
Se gruppo selezionato di persone sia sufficientemente
grande da non rendere facile il controllo coercitivo su pochi decisivi voti;
·
Se gruppo selezionato di persone sia
sufficientemente piccolo da poter essere monitorato e riconosciuto e giudicato
individualmente dall’elettore medio;
·
Se gruppo selezionato di persone sia sufficientemente
piccolo da permettere facilmente il potersi conoscere e interloquire come
farebbero persone di opinione diversa che tentano di convincere, di comprendere
le ragioni dell’altro, di trovare punti d’incontro e mediazione.
In sintesi:
dovremmo garantire la pluralità di sensibilità
rappresentate in sede legislativa se si definiscono dai 100 ai 300 parlamentari
si garantisce un sufficiente apporto di sensibilità e se a questi si aggiungono
fino ad un massimo di 30 parlamentari senza diritto di voto che rappresentino
le realtà sociali più significative quali i partiti che non hanno legislatori
collegati, sindacati, associazioni e si aggiunge anche la possibilità di
apporti dalle sedi di discussione popolare istituzionalizzata
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PENSIERI ISTANTANEI
Se
affidate la vostra vita a qualcuno
Fate in
modo che non possa non condividere la vostra sorte.
Antonio CAMPO 2011
|
|
dovremmo garantire il controllo popolare e la possibilità
d’intervento tra la prima e seconda lettura sulla legge in approvazione che,
pur non essendo contraria al dettato costituzionale (verificato dalla
Commissione Costituzionale) , potrebbe
essere contraria agli interessi della maggioranza degli elettori attivi in
politica. La doppia lettura, il Presidente dello Stato, Il Parlamento
Deliberativo, il referendum confermativo sono tutti strumenti che possono garantire
da colpi di mano dei legislatori.
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