DEMOCRAZIA E INFORMATICA
Sono molti gli aspetti interessanti per una società
democratica offerti dall’informatica per accrescere la rispondenza della
società agli ideali di Democrazia e prevalentemente sono sul lato
dell’informazione:
·
l’informazione degli elettori tramite
internet può essere resa più estesa, sempre disponibile e accessibile a costi
di scala irrisori, più approfondita, plurale e aggiornata;
·
la conoscenza delle opinioni degli elettori
tramite internet può essere resa, in forma scritta o audio-video, facilmente
consultabile dai politici come dagli altri elettori, sempre disponibili e
aggiornabili. Può essere resa in forma si televoto o resa in forma di responso
di un sondaggio deliberativo o in forma di un talk show deliberativo;
·
il dibattito per l’affinamento delle
convergenze e per creare consenso su scelte condivisibili dalla
maggioranza, può essere reso possibile, tramite internet, ad un numero
elevatissimo di partecipanti presenti in luoghi diversi e tempi diversi con
modalità di uno a uno; uno a molti; molti a molti o molti ad uno;
·
la scelta delle opzioni e dei delegati a
conseguirle quali sondaggi d’opinioni, referendum consultivi, elezioni o
selezioni di candidati divengono logisticamente facilmente gestibili ed
economiche con il mezzo informatico pur rimanendo critica la “sicurezza dei
dati” e l’accesso di tutta la popolazione al mezzo informatico internet
connesso;
·
il controllo sull’operato degli eletti quali
rendiconti, bollettini, analisi sempre consultabili;
·
il coordinamento politico quali
manifestazioni di consenso o dissenso, coordinamento dei comportamenti di
sostenitori di una tesi e coinvolgimento di persone anche solo occasionalmente.
La natura umana
È nella natura dell’essere umano essere artificioso.
Esso, infatti, utilizza “artifici” per amplificare e dotarsi di quelle
specializzazioni che la natura gli ha negato.
Le armi sostituiscono gli artigli e le corazze, per
difendersi ed attaccare; i vestiti sostituiscono le pellicce che lo difendono
dalle intemperie e gli permettono di vivere a tutte le latitudini del pianeta;
la ruota gli fa percorrere molta più strada che a piedi; riesce a volare senza
avere organi per volare, ad andare sott’acqua senza essere un pesce, a
comunicare a migliaia di chilometri di distanza senza essere un telepate;
comunica con le persone lontane nello spazio e nel tempo tramite la scrittura;
memorizza suoni ed immagini, fa calcoli astronomici, muove pesi di tonnellate e
plasma il paesaggio con gli artifici che migliaia di persone hanno saputo
distillare da nuove modalità di utilizzo di quanto messo a disposizione.
Di tutti gli artifici continuamente rielaborati il più
sfruttato è l’intelligenza culturale ovvero la capacità, non solo di produrre
nuove tecniche e strumenti quanto di cambiare le relazioni sociali.
Le protesi
Oggi vi sono nuove protesi che permettono
un’amplificazione della partecipazione politica di un corpo sociale più ampio.
La stampa, la radio, la televisione storicamente hanno
permesso, prima alla borghesia e successivamente ad una popolazione sempre più
alfabetizzata, di avere informazioni sull’agenda politica del proprio paese e
di formare le democrazie rappresentative come le conosciamo.
Luoghi e vicende lontane sono diventate vicine e il
pianeta è diventato un piccolo villaggio in cui conosci ciò che avviene in ogni
luogo … forse … mentre i ladri ti stanno svuotando casa e … te ne accorgi
quando il telegiornale locale te ne dà notizia.
Questi media però sono molto costosi e sono in mano a pochi gruppi i cui interessi sono quelli di
dare una visione di parte della realtà che tuteli i loro interessi piuttosto
che informare ampiamente e approfonditamente.
Gruppi di persone entusiaste, volenterose e estemporanee
quanto poco organizzate, a volte, hanno messo in piedi dei sistemi
d’informazione che presto si sono mostrati insufficienti e insostenibili.
Volantini, giornali ciclostilati e radio pirata hanno fatto capolino per poi
eclissarsi. Vinti dai costi, dai problemi logistici e dalla difficoltà di
mantenere i canali d’informazione freschi e interessanti.
Ma più che un problema di costi e di logistica è un
problema di volontà politica perché per i professionisti della politica è
preferibile che la trattazione delle decisioni avvenga in una ristretta
cerchia. Rendere conto al popolo è faticoso e umiliante per il politico che
sente sovvertito l’ordine naturale del potere in cui “molti rendono conto a pochi e non viceversa”.
Certamente se vi fosse la fattibilità con costi bassi e
senza particolari problemi logistici, di chi ha informazioni ed idee di farle
giungere a chi può dare loro una visibilità ed una significatività di scala, la
partecipazione all’elaborazione sociale della cultura prevalente sarebbe più
ampia.
Pur immaginando un mondo in cui chi governa ha buone
intenzioni e chi è governato ha voglia di collaborare e partecipare
all’elaborazione delle politiche di governo risulta comunque problematico lo scambio
di informazioni.
L’animale politico e la pubblica opinione
Il politico, ovvero la minoranza decisionale, dovrebbe sapere come rapportarsi con la gente
e ne sa cogliere le tensioni, i bisogni presenti e prioritari. Il suo primo
sensore è dato dalla frequentazione della gente comune, poi di quello che i
mezzi d’informazione pongono all’ordine del giorno, poi di analisi e consulenze
di esperti delle tematiche attenzionate e perlopiù da analisi statistiche più o
meno sofisticate.
Il problema della rispondenza della percezione dei
politici con quella delle esigenze reali della società sono dovute al fatto che
sia i politici che i mezzi d’informazione specializzati di politica alla fine
parlano solo della classe politica e dei problemi di consenso e organizzazione
del consenso degli eletti al governo o dell’opposizione a questi.
I politici frequentano persone impegnate in politica che
ovviamente acquisiscono una “visione di parte” e facilmente perdono il contatto
con le persone comuni. Anche i loro familiari vivono nella bolla sociale delle
persone privilegiate e difficilmente possono rappresentare il contatto con le
persone comuni.
Le persone comuni del resto non hanno molti strumenti per
comprendere o anche solo conoscere i processi decisionali che avvengono sulle
loro teste. Chiedere udienza al rappresentante è arduo, ci si deve mettere in
fila, si ha poco tempo per esporre la propria ragione, bisogna accreditarsi,
stare ai tempi e ai luoghi dei politici, non si ha visibilità politica.
Nuova tecnologia della comunicazione multi-midia e multi-direzionale
Oggi però esiste la tecnologia informatica che permette
il sovvertimento di molte barriere anche se
richiede la precondizione di una società con una nuova alfabetizzazione.
I mezzi quali i giornali, i libri, il teatro, la radio,
la televisione, i comizi sono prevalentemente monodirezionali. Una dinamica che
vede un flusso informativo da pochi a tanti in cui i pochi decidono i
contenuti, i tempi, la sequenza e i tanti diventano pubblico, fruitori più o
meno entusiasti il cui feedback è l’applauso o i fischi o il cambio di canale.
Premessa della nuova forma di Democrazia sono:
·
una società in cui i computer siano diffusi
capillarmente ed il cui costo sia ammortizzato dalla loro capacità produttiva,
dalla capacità di creare economie di scala nell’accesso alla comunicazione
molti a molti.
·
l’evoluzione del software che permette un uso
sempre più intuitivo delle potenzialità dell’informatica;
·
la convergenza della comunicazione interattiva e
multimediale di scrittura-voce, immagine, video-suono in un media gestibile
facilmente da una persona mediamente alfabetizzata informaticamente;
·
la possibilità di memorizzazione estemporanea di
migliaia di miliardi d’informazioni multimediali che si accrescono ogni minuto
24 ore su 24 in
tutto il pianeta;
·
la possibilità di ricercare le informazioni in
questo magma informativo e ottenere materiale attinente alla richiesta espressa
in linguaggio naturale;
·
la libertà e non censurabilità delle
informazioni in rete.
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