EGUAGLIANZA ESISTENZIALE …
La società può porsi l’obbiettivo dell’uguaglianza dei
cittadini come fattore fondante delle convivenza democratica. Si può essere
eguali in molti modi:
·
A tutti la stessa esatta quantità
·
A tutti la stessa minima quantità
·
A tutti la stessa quantità di partenza
·
A tutti secondo le proprie esigenze
·
A tutti secondo il merito o potenzialità
·
A tutti la stessa dignità
tra le persone vi può essere:
A tutti la stessa esatta quantità
Questa è una uguaglianza coercitiva ovvero la
collettività ritiene di non poter permette che alcuni abbiano più di altri in
quanto questo è una sottrazione di risorse a una parte a favore di altra.
Essa è stata applicata in vario modo nei paesi del
socialismo reale. Rendendo collettivi i mezzi di produzione, non riconoscendo
la tutela alla proprietà personale, perseguendo gli accumuli di ricchezza
individuale. È una forma di governo democratico basata sullo storicismo
(convinzione che l’umanità percorra un destino inevitabile al più
procrastinabile nel tempo da persone malvagie o miopi che non agevolano questo
paradiso) e su una classe politica fortemente ideologizzata al voler realizzare
al più presto la luminosa meta. In economia si è posta l’obbiettivo di gestire
in modo tecnocratico con i famosamente tristi piani quinquennali, ed i tecnocrati
hanno dimostrato di non poter gestire efficacemente i bisogni di una società
molto complessa quindi politicamente l’anno resa più semplice ed uniforme
possibile fallendo miseramente anche in questo. Tale ideologia, nella pratica
quotidiana, si è dimostrata così depressiva dello sviluppo economico in quanto
il cittadino medio è indotto a fare lo stretto indispensabile e l’iniziativa
personale è scoraggiata sia sul fronte delle risorse disponibili sia sul fronte
della gratificazione dell’aumento di tenore di vita dato dal proprio lavoro. In
pratica la torta del benessere creato è minore e se i ricchi non esistono tutti
sono più poveri dei poveri di dove vi sono i ricchi. Si è dimostrata
stupidamente lesiva della dignità delle persone imponendo una monocultura
prepotente che ha dato vita ad uno stato di polizia e di terrore continuo.
SI PROPONE
Amen!
A tutti la stessa minima quantità
Questa è una uguaglianza redistributiva ovvero la
collettività ritiene di dover assicurare a tutti la stessa quantità minima.
Toglie proporzionalmente molto ai più ricchi ma lascia ai più produttivi
maggiori risorse economiche.
Essa è applicata anche in stati fortemente liberali. Si
chiama rete assistenziale ed ha la funzione di impedire a coloro che
precipitano molto in basso, in una società molto competitiva e selettiva di
schiantarsi per terra. In alcune social democrazie Europee la minima quantità è
un tenore di vita assicurato da servizi collettivi molto alto e lo stato
assicura, nei paesi dell’Europa del nord si dice “che lo stato ti coccola dalla culla alla
tomba”. Chi lavora paga moltissime tasse ma riceve dei servizi collettivi molto
efficienti. Chi ha capacità imprenditoriali può assicurarsi un tenore di vita
sempre più alto e la torta da spartire è tanta rispetto alla torta economica
prodotta dai paesi socialisti.
Certo le tasse sono alte e il sistema imprenditoriale,
per questa ragione, ha un freno economico molto forte pero … il sistema
scolastico prepara un’alta percentuale di eccellenze professionali e
scientifiche che fanno aumentare la produttività di qualità e riduce il costo
del prodotto; il sistema di ricerche e innovazioni finanziato con i soldi
pubblici produce vantaggi brevettuali al sistema produttivo che ripagano
ampiamente le spese investite da tante piccole aziende in enormi iniziative di
ricerca pubblica; il servizio sanitario mantiene in alto livello di salute
della popolazione e il sistema produttivo non perde milioni di giornate
lavorative; il sistema di trasporti pubblici riduce il tempo dei trasporti
delle merci perché le strade sono scorrevoli; il sistema di asili; il sistema
di mense industriali; il sistema … insomma questo è un sistema costoso ma che
rende molto di più. Solo che non funziona dappertutto … ci vuole una cultura
che un popolo o ce l’ha o impiega molto tempo prima di acquisirla.
Il fai da te del “poche tasse” funziona solo quando
l’economia è florida e tutti hanno un buon reddito (cosa ciclicamente negata)
mentre in caso di economia in recessione l’intervento pubblico in ammortizzatori
sociali ed investimenti in grandi opere diventa strategico e necessario. Se
aumenta il PIL (prodotto Interno Lordo) a parità di spesa la percentuale di
tasse da pagare è minore, quindi avere servizi sociali efficaci crea ricchezza
e ne diminuisce il costo anzi lo rende un investimento.
SI PROPONE
·
Di mantenere stabili i costi dei servizi
pubblici e aggredire le inefficienze. I soldi dei servizi pubblici sono
investimenti molto redditizi per una nazione se non sono gravati da
inefficienze, sprechi, approfittamenti.
A tutti la stessa quantità di partenza
Una uguaglianza di partenza ovvero da a tutti le stesse
possibilità potenziali ma poi la collettività ritiene che se ognuno , secondo
il merito, realizza quel che può i più dotati ottengono molto per sé ma complessivamente
fanno ottenere di più per tutti.
Questa modalità difficilmente si realizza perché bambini
nati in famiglie dal ceto sociale diverso hanno in tutte le società possibilità
di partenza diverse. Nel sistema scolastico si può tentare di portare tutti ad
un livello di conoscenze e competenze base dal quale poi ognuno utilizza le
proprie risorse aggiuntive personali o sociali per fare la sua strada e
arrivare fin dove gli è possibile.
Il livello di conoscenze e competenze di base di un
popolo è il primo investimento
Barriere all’ascensore sociale ed all’affermazione del
merito e della competenza sono tipiche di un paese imbecille. Ordini
professionali, valore legale del titolo di studio, notai, licenze per lavorare,
sono degni di un mondo medioevale nel senso più negativo del termine.
SI PROPONE
·
Di mantenere a tutti i costi il concetto che
fissata l’asticella del livello minimo culturale e di competenze che un
cittadino deve avere di base gli obbiettivi sono:
o
non lasciare nessuno indietro
o
avere uno sviluppo armonico tra competenze
specifiche e maturità sociale
o
valorizzare i talenti naturali senza forzarne i
risultati
·
di non fare fuggire all’estero le eccellenze
culturali e professionali
·
di attirare le eccellenze culturali e
professionali dagli altri paesi
·
abolizione degli Ordini professionali
·
abolizione del valore legale del titolo di
studio
·
permessi di soggiorno agevolati per stranieri studenti
e persone con competenze elevate certificate
A tutti secondo le proprie esigenze
Una uguaglianza basata sulla dignità della persona che
prescinde il valore produttivo o l’utilità sociale della stessa e che ne da
valore come parte di sé non ripudiabile, non accantonabile.
In alcuni paesi del socialismo reale “nel socialismo dal
volto umano” questa era stata una variante meno assurda della prima ma
miseramente fallita come la prima perché anch’essa frustrava la capacità
imprenditoriale e la voglia di aumentare il proprio tenore di vita di ogni
persona.
Una persona disabile ha mediamente più esigenze di una
persona abile. Se diamo ad un disabile quanto diamo ad un abile con stesso
reddito o diamo ad una persona adulta la porzione di cibo di un neonato …
qualcuno ha ciò che gli bisognava e qualcuno rimane con parte del bisogno.
La domanda da porsi in questo tema è cosa centra la Democrazia
con le esigenze di ognuno?
La risposta che mi sento di dare è questa. La Democrazia considera
la comunità di persone come tutte persone con gli stessi diritti e doveri e il
primo diritto di tutti è il mantenimento della propria dignità e il primo
dovere di tutti è la difesa della dignità di ognuno come fosse la propria in
quanto questa forma di governo nasce proprio come il governo dei deboli contro
le prepotenze dei forti e le astuzie dei truffatori. In Democrazia la prima
cosa da tutelare è i diritti dei più deboli perché in essi ci dobbiamo
riconoscere.
SI PROPONE
·
Nella tutela delle difficoltà non si dovrebbe
fare il calcolo su quanto si dà ma si deve fare sui risultati ottenuti per
questo è essenziale valutare l’efficacia degli aiuti che si danno e operare
risparmi che non diminuiscano i risultati quanto si basano sull’eliminazione
delle inefficienze i inefficacie e sulla creazione di sinergie ed economie di
scala.
A tutti secondo il merito o potenzialità
Questa che non sembra una uguaglianza invece lo è. La Democrazia
tutela la dignità della persona e per tutelarla ha bisogno di utilizzare
risorse da mettere in comune e la produzione di tali risorse è essenziale
perché l’intento non fallisca miseramente come succede nel caso di “a tutti la
stessa esatta quantità” quindi affidare la produzione delle risorse alle
persone più meritevoli in quanto più efficienti è la condizione senza la quale
l’uguale dignità non può essere realizzata. La valorizzazione della differenza
permette la soddisfazione della sostanziale uguaglianza. Quando tutti saremo
ugualmente e legittimamente diversi potremo sentirci liberi e uguali.
Il merito e non il ceto di provenienza, Il merito e non
il sesso, il merito e non la razza, la nazionalità, l’ideologia o la religione,
diventa il sistema di selezione della democrazia
A tutti la stessa dignità
Questo tipo di uguaglianza è di tipo qualitativo. Quando
l’individuo considera più importante la coerenza del proprio comportamento al
vantaggio immediato. Per ogni individuo, almeno inizialmente, la propria
sopravvivenza e il proprio benessere, il soddisfacimento immediato dei propri
bisogni e desideri, sono la cosa più importante. Questo lo rende estremamente
egoista ed opportunista. Crescendo diventa importante cosa gli altri pensano di
lui e successivamente cosa pensa di se stesso, ed è in tale fase che la dignità
fa prevalere il valore dell’immagine di se al valore della via più breve al
soddisfacimento dei propri bisogni e desideri. Anche la società democratica fa
prevalere il proprio ideale di autodeterminazione egualitaria delle persone che
la costituiscono al semplice vinca il più forte. La dignità di una persona è
data dall’essere considerata alla stessa altezza degli altri. La dignità è data
dall’esercizio dei propri diritti sapendo sottostare senza costrizione ai
propri doveri. Ad esempio si perde dignità se altri decidono della nostra vita
senza il nostro consenso. Si perde in dignità se si è remunerati meno di altri
a parità di lavoro fatto. Si perde dignità se si abusa della debolezza altrui.
Si perde dignità se non si accetta una evidente sconfitta intellettuale. Si
perse dignità se si riconduce ad altri i propri fallimenti ed errori.
SI PROPONE
·
Che ognuno abbia assoluta libertà di decidere
per se stesso (autodeterminazione) nel rispetto dell’autodeterminazione altrui
(autolimitazione)
·
Che nessuno debba cedere i propri diritti per
necessità (libertà dal bisogno) e nessuno possa prevalere sui diritti altrui
(rispetto reciproco e solidarietà)
·
Che nessuno possa sottrarsi ai propri doveri se
non per forza di causa maggiore (stato di necessità) che nessuno possa
agevolare indebitamente se stesso o altri (Onestà)
·
Che nessuno paghi il danno delle responsabilità
altrui (responsabilità personale) che nessuno si possa sottrarre al pagamento
le proprie responsabilità in modo accettabile per gli altri e per se stesso (risarcimento
e ravvedimento)
Uguaglianza sufficiente
La volontà di assicurare una uguaglianza esistenziale si
scontra con le diverse risorse individuali e del contesto sociale in cui
l’individuo è inserito. La società dovrebbe assicurare tre cose: che a tutti
sia assicurato effettivamente un tenore di vita minimo ma dignitoso ma che a
nessuno sia obbligato a attenervisi; che a tutti vengano offerte effettivamente
una serie di opzioni di base esistenziali rimuovendo quegli ostacoli fisici e
culturali che impediscono all’individuo di fruirle ed esercitarle; che a tutti
sia data effettivamente la possibilità di mettere a frutto i propri talenti e
poter eccellere e migliorare il proprio tenore di vita ma non più di una data
soglia oltre la quale la propri capacità di assorbire risorse per produrre
ancora più benessere sia ridistribuita in misura sempre maggiore secondo il
principio che ognuno da in proporzione alle proprie possibilità e chi più ha
più da anche per chi non può dare.
Le stesse Leggi debbono valere per tutti
vi sono casi in cui una legge viene applicata con forza
differente in base alla circostanze e alcune maggiori tutele previste per
legge, tali da produrre eccezioni formali a tale regola, purché siano motivate
per sopperire alla diseguaglianza sostanziale dovuta alle contingenze e
producano risultati desiderabili per il bene di tutti (ovvero la Democrazia vorrebbe che non ci siano leggi di favore per singole
persone se non per metterle in una condizione di parità di trattamento
sostanziale con gli altri e non limitarsi ad una parità formale inapplicabile o
dannosa per la collettività)
SI PROPONE
·
Le leggi che creano difformità di trattamento
possono sussistere solo se dimostrano, dopo studi statistici, di correggere una
disparità sostanziale con una disparità formale. Qualora questo era vero un
tempo e poi, per mutate condizioni, la disparità sostanziale è diminuita sotto
una soglia fisiologica accettabile il Capo dello Stato ne dichiara extra legge
le parti relative che quindi dolo due anni si annullano per effetto della
regola costituzionale della decadenza delle leggi non insrite nei testi unici.
Lo stato di necessità
lo stato di necessità riconosce la liceità di un
comportamento che in altre circostanze è da considerare un reato in base alla
pragmatica osservazione che nella realtà non ci troviamo sempre in condizioni
ideali e che quindi ogni ideale incontra, nella stessa realtà, la sua lecita e
accettabile eccezione … in stato di necessità diventa lecito il furto, la
violenza e l’omicidio, il cannibalismo e quanto di più abbietto possiate
immaginare … ovviamente considerando condizioni estreme … in altri tempi, per
esempio, si poneva il dilemma … di lasciare morire i più vecchi,
abbandonandoli, quando non potevano
seguire la tribù nelle migrazioni … di uccidere i feti malformati ... di lasciar
morire di parto la madre ma salvare il feto o far morire il feto e salvare la
madre … vendere il proprio figlio per non morire di fame e forse dargli qualche
possibilità in più di quella di partenza.
La legislazione di vantaggio
Come avviene per le corse dei cavalli … quando vi è
troppa differenza tra le prestazioni dei concorrenti i più “forti” corrono con
degli handicap ovvero in condizioni che mettono i meno forti in posizione di
vantaggio. La selezione dei migliori e del merito in ambito pubblico contrasta
con eccezioni quali le quote rosa per riequilibrare gli svantaggi di
considerazione culturale per cui le donne non sono alla pari con i maschi nella
competizione dei luoghi di lavoro. La differenza sta nella scelta tra una
società inclusiva o una società selettiva.
SI PROPONE
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Le quote riservate o i vantaggi offerti a chi,
per varie ragioni, deve essere portato a condizioni paritarie di partenza (esse
devono sussistere finché in una attività istituzionale non vi è una equivalenza
statistica tra la popolazione complessiva e le caratteristiche non
professionali del gruppo coerente osservato)
·
le condizioni di vantaggio di alcune minoranze
... le comunità montane o di confine, le
minoranze linguistiche; la presenza femminile; la presenza di giovani e altro;
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La maggiore tutela del lavoratore che
solitamente risulta in una condizione di necessità maggiore rispetto al datore
di lavoro o del cliente rispetto al produttore o venditore;
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L’onere della prova per chi accusa. La
credibilità di quanto affermato è a svantaggio di chi accusa in quanto questi
ha l’obbligo e la difficoltà di provare quanto afferma;
La legge interpretabile
Ci sono le degenerazioni per cui la legge va applicata
agli avversari ed interpretata per gli alleati
La logica dei due pesi e due misure è la prassi
quotidiana … si è giustificativi e tolleranti con gli amici e con noi stessi e
si è intransigenti e intolleranti con gli avversari o con i “diversi”;
in una Democrazia si dovrebbe sempre stare dalla parte
dei più deboli in quanto essa nasce come tutela dei più dai prepotenti ma
attenzione! anche i deboli, quando riescono a conquistare delle posizioni di forza,
sanno essere prepotenti avendone l’opportunità . Un esempio lo sono stati i
cristiani che da perseguitati e trucidati sono diventati persecutori e aguzzini
appena andati al potere o i comunisti russi e cinesi che da proletari senza
diritti sono diventati tirannia popolare.
SI PROPONE
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Rendere obbligatorio, prima della divulgazione,
il test di comprensibilità di una legge. Le leggi che su cento persone qualunque
meno di 50 ne hanno saputo spiegare il senso dei vari punti in modo sufficiente
il Capo dello Stato può rinviarle alla riscrittura nella Parlamento Legislatore.
(La semplicità e chiarezza nella formulazione della legge la rende meno
interpretabile e quindi meno discrezionale).
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