domenica 4 novembre 2012

EGUAGLIANZA ESISTENZIALE …


EGUAGLIANZA ESISTENZIALE …


La società può porsi l’obbiettivo dell’uguaglianza dei cittadini come fattore fondante delle convivenza democratica. Si può essere eguali in molti modi:

·         A tutti la stessa esatta quantità

·         A tutti la stessa minima quantità

·         A tutti la stessa quantità di partenza

·         A tutti secondo le proprie esigenze

·         A tutti secondo il merito o potenzialità

·         A tutti la stessa dignità

tra le persone vi può essere:

A tutti la stessa esatta quantità


Questa è una uguaglianza coercitiva ovvero la collettività ritiene di non poter permette che alcuni abbiano più di altri in quanto questo è una sottrazione di risorse a una parte a favore di altra.

Essa è stata applicata in vario modo nei paesi del socialismo reale. Rendendo collettivi i mezzi di produzione, non riconoscendo la tutela alla proprietà personale, perseguendo gli accumuli di ricchezza individuale. È una forma di governo democratico basata sullo storicismo (convinzione che l’umanità percorra un destino inevitabile al più procrastinabile nel tempo da persone malvagie o miopi che non agevolano questo paradiso) e su una classe politica fortemente ideologizzata al voler realizzare al più presto la luminosa meta. In economia si è posta l’obbiettivo di gestire in modo tecnocratico con i famosamente tristi piani quinquennali, ed i tecnocrati hanno dimostrato di non poter gestire efficacemente i bisogni di una società molto complessa quindi politicamente l’anno resa più semplice ed uniforme possibile fallendo miseramente anche in questo. Tale ideologia, nella pratica quotidiana, si è dimostrata così depressiva dello sviluppo economico in quanto il cittadino medio è indotto a fare lo stretto indispensabile e l’iniziativa personale è scoraggiata sia sul fronte delle risorse disponibili sia sul fronte della gratificazione dell’aumento di tenore di vita dato dal proprio lavoro. In pratica la torta del benessere creato è minore e se i ricchi non esistono tutti sono più poveri dei poveri di dove vi sono i ricchi. Si è dimostrata stupidamente lesiva della dignità delle persone imponendo una monocultura prepotente che ha dato vita ad uno stato di polizia e di terrore continuo.

SI PROPONE

Amen!

A tutti la stessa minima quantità


Questa è una uguaglianza redistributiva ovvero la collettività ritiene di dover assicurare a tutti la stessa quantità minima. Toglie proporzionalmente molto ai più ricchi ma lascia ai più produttivi maggiori risorse economiche.

Essa è applicata anche in stati fortemente liberali. Si chiama rete assistenziale ed ha la funzione di impedire a coloro che precipitano molto in basso, in una società molto competitiva e selettiva di schiantarsi per terra. In alcune social democrazie Europee la minima quantità è un tenore di vita assicurato da servizi collettivi molto alto e lo stato assicura, nei paesi dell’Europa del nord si dice  “che lo stato ti coccola dalla culla alla tomba”. Chi lavora paga moltissime tasse ma riceve dei servizi collettivi molto efficienti. Chi ha capacità imprenditoriali può assicurarsi un tenore di vita sempre più alto e la torta da spartire è tanta rispetto alla torta economica prodotta dai paesi socialisti.

Certo le tasse sono alte e il sistema imprenditoriale, per questa ragione, ha un freno economico molto forte pero … il sistema scolastico prepara un’alta percentuale di eccellenze professionali e scientifiche che fanno aumentare la produttività di qualità e riduce il costo del prodotto; il sistema di ricerche e innovazioni finanziato con i soldi pubblici produce vantaggi brevettuali al sistema produttivo che ripagano ampiamente le spese investite da tante piccole aziende in enormi iniziative di ricerca pubblica; il servizio sanitario mantiene in alto livello di salute della popolazione e il sistema produttivo non perde milioni di giornate lavorative; il sistema di trasporti pubblici riduce il tempo dei trasporti delle merci perché le strade sono scorrevoli; il sistema di asili; il sistema di mense industriali; il sistema … insomma questo è un sistema costoso ma che rende molto di più. Solo che non funziona dappertutto … ci vuole una cultura che un popolo o ce l’ha o impiega molto tempo prima di acquisirla.

Il fai da te del “poche tasse” funziona solo quando l’economia è florida e tutti hanno un buon reddito (cosa ciclicamente negata) mentre in caso di economia in recessione l’intervento pubblico in ammortizzatori sociali ed investimenti in grandi opere diventa strategico e necessario. Se aumenta il PIL (prodotto Interno Lordo) a parità di spesa la percentuale di tasse da pagare è minore, quindi avere servizi sociali efficaci crea ricchezza e ne diminuisce il costo anzi lo rende un investimento.

SI PROPONE

·         Di mantenere stabili i costi dei servizi pubblici e aggredire le inefficienze. I soldi dei servizi pubblici sono investimenti molto redditizi per una nazione se non sono gravati da inefficienze, sprechi, approfittamenti.

A tutti la stessa quantità di partenza


Una uguaglianza di partenza ovvero da a tutti le stesse possibilità potenziali ma poi la collettività ritiene che se ognuno , secondo il merito, realizza quel che può i più dotati ottengono molto per sé ma complessivamente fanno ottenere di più per tutti.

Questa modalità difficilmente si realizza perché bambini nati in famiglie dal ceto sociale diverso hanno in tutte le società possibilità di partenza diverse. Nel sistema scolastico si può tentare di portare tutti ad un livello di conoscenze e competenze base dal quale poi ognuno utilizza le proprie risorse aggiuntive personali o sociali per fare la sua strada e arrivare fin dove gli è possibile.

Il livello di conoscenze e competenze di base di un popolo è il primo investimento

Barriere all’ascensore sociale ed all’affermazione del merito e della competenza sono tipiche di un paese imbecille. Ordini professionali, valore legale del titolo di studio, notai, licenze per lavorare, sono degni di un mondo medioevale nel senso più negativo del termine.

SI PROPONE

·         Di mantenere a tutti i costi il concetto che fissata l’asticella del livello minimo culturale e di competenze che un cittadino deve avere di base gli obbiettivi sono:

o   non lasciare nessuno indietro

o   avere uno sviluppo armonico tra competenze specifiche e maturità sociale

o   valorizzare i talenti naturali senza forzarne i risultati

·         di non fare fuggire all’estero le eccellenze culturali e professionali

·         di attirare le eccellenze culturali e professionali dagli altri paesi

·         abolizione degli Ordini professionali

·         abolizione del valore legale del titolo di studio

·         permessi di soggiorno agevolati per stranieri studenti e persone con competenze elevate certificate

A tutti secondo le proprie esigenze


Una uguaglianza basata sulla dignità della persona che prescinde il valore produttivo o l’utilità sociale della stessa e che ne da valore come parte di sé non ripudiabile, non accantonabile.

In alcuni paesi del socialismo reale “nel socialismo dal volto umano” questa era stata una variante meno assurda della prima ma miseramente fallita come la prima perché anch’essa frustrava la capacità imprenditoriale e la voglia di aumentare il proprio tenore di vita di ogni persona.

Una persona disabile ha mediamente più esigenze di una persona abile. Se diamo ad un disabile quanto diamo ad un abile con stesso reddito o diamo ad una persona adulta la porzione di cibo di un neonato … qualcuno ha ciò che gli bisognava e qualcuno rimane con parte del bisogno.

La domanda da porsi in questo tema è cosa centra la Democrazia con le esigenze di ognuno?

La risposta che mi sento di dare è questa. La Democrazia considera la comunità di persone come tutte persone con gli stessi diritti e doveri e il primo diritto di tutti è il mantenimento della propria dignità e il primo dovere di tutti è la difesa della dignità di ognuno come fosse la propria in quanto questa forma di governo nasce proprio come il governo dei deboli contro le prepotenze dei forti e le astuzie dei truffatori. In Democrazia la prima cosa da tutelare è i diritti dei più deboli perché in essi ci dobbiamo riconoscere.

SI PROPONE

·         Nella tutela delle difficoltà non si dovrebbe fare il calcolo su quanto si dà ma si deve fare sui risultati ottenuti per questo è essenziale valutare l’efficacia degli aiuti che si danno e operare risparmi che non diminuiscano i risultati quanto si basano sull’eliminazione delle inefficienze i inefficacie e sulla creazione di sinergie ed economie di scala.

A tutti secondo il merito o potenzialità


Questa che non sembra una uguaglianza invece lo è. La Democrazia tutela la dignità della persona e per tutelarla ha bisogno di utilizzare risorse da mettere in comune e la produzione di tali risorse è essenziale perché l’intento non fallisca miseramente come succede nel caso di “a tutti la stessa esatta quantità” quindi affidare la produzione delle risorse alle persone più meritevoli in quanto più efficienti è la condizione senza la quale l’uguale dignità non può essere realizzata. La valorizzazione della differenza permette la soddisfazione della sostanziale uguaglianza. Quando tutti saremo ugualmente e legittimamente diversi potremo sentirci liberi e uguali.

Il merito e non il ceto di provenienza, Il merito e non il sesso, il merito e non la razza, la nazionalità, l’ideologia o la religione, diventa il sistema di selezione della democrazia

A tutti la stessa dignità


Questo tipo di uguaglianza è di tipo qualitativo. Quando l’individuo considera più importante la coerenza del proprio comportamento al vantaggio immediato. Per ogni individuo, almeno inizialmente, la propria sopravvivenza e il proprio benessere, il soddisfacimento immediato dei propri bisogni e desideri, sono la cosa più importante. Questo lo rende estremamente egoista ed opportunista. Crescendo diventa importante cosa gli altri pensano di lui e successivamente cosa pensa di se stesso, ed è in tale fase che la dignità fa prevalere il valore dell’immagine di se al valore della via più breve al soddisfacimento dei propri bisogni e desideri. Anche la società democratica fa prevalere il proprio ideale di autodeterminazione egualitaria delle persone che la costituiscono al semplice vinca il più forte. La dignità di una persona è data dall’essere considerata alla stessa altezza degli altri. La dignità è data dall’esercizio dei propri diritti sapendo sottostare senza costrizione ai propri doveri. Ad esempio si perde dignità se altri decidono della nostra vita senza il nostro consenso. Si perde in dignità se si è remunerati meno di altri a parità di lavoro fatto. Si perde dignità se si abusa della debolezza altrui. Si perde dignità se non si accetta una evidente sconfitta intellettuale. Si perse dignità se si riconduce ad altri i propri fallimenti ed errori.

SI PROPONE

·         Che ognuno abbia assoluta libertà di decidere per se stesso (autodeterminazione) nel rispetto dell’autodeterminazione altrui (autolimitazione)

·         Che nessuno debba cedere i propri diritti per necessità (libertà dal bisogno) e nessuno possa prevalere sui diritti altrui (rispetto reciproco e solidarietà)

·         Che nessuno possa sottrarsi ai propri doveri se non per forza di causa maggiore (stato di necessità) che nessuno possa agevolare indebitamente se stesso o altri (Onestà)

·         Che nessuno paghi il danno delle responsabilità altrui (responsabilità personale) che nessuno si possa sottrarre al pagamento le proprie responsabilità in modo accettabile per gli altri e per se stesso (risarcimento e ravvedimento)

Uguaglianza sufficiente


La volontà di assicurare una uguaglianza esistenziale si scontra con le diverse risorse individuali e del contesto sociale in cui l’individuo è inserito. La società dovrebbe assicurare tre cose: che a tutti sia assicurato effettivamente un tenore di vita minimo ma dignitoso ma che a nessuno sia obbligato a attenervisi; che a tutti vengano offerte effettivamente una serie di opzioni di base esistenziali rimuovendo quegli ostacoli fisici e culturali che impediscono all’individuo di fruirle ed esercitarle; che a tutti sia data effettivamente la possibilità di mettere a frutto i propri talenti e poter eccellere e migliorare il proprio tenore di vita ma non più di una data soglia oltre la quale la propri capacità di assorbire risorse per produrre ancora più benessere sia ridistribuita in misura sempre maggiore secondo il principio che ognuno da in proporzione alle proprie possibilità e chi più ha più da anche per chi non può dare.

Le stesse Leggi debbono valere per tutti


vi sono casi in cui una legge viene applicata con forza differente in base alla circostanze e alcune maggiori tutele previste per legge, tali da produrre eccezioni formali a tale regola, purché siano motivate per sopperire alla diseguaglianza sostanziale dovuta alle contingenze e producano risultati desiderabili per il bene di tutti (ovvero la Democrazia vorrebbe che non ci siano leggi di favore per singole persone se non per metterle in una condizione di parità di trattamento sostanziale con gli altri e non limitarsi ad una parità formale inapplicabile o dannosa per la collettività)

SI PROPONE

·         Le leggi che creano difformità di trattamento possono sussistere solo se dimostrano, dopo studi statistici, di correggere una disparità sostanziale con una disparità formale. Qualora questo era vero un tempo e poi, per mutate condizioni, la disparità sostanziale è diminuita sotto una soglia fisiologica accettabile il Capo dello Stato ne dichiara extra legge le parti relative che quindi dolo due anni si annullano per effetto della regola costituzionale della decadenza delle leggi non insrite nei testi unici.

Lo stato di necessità


lo stato di necessità riconosce la liceità di un comportamento che in altre circostanze è da considerare un reato in base alla pragmatica osservazione che nella realtà non ci troviamo sempre in condizioni ideali e che quindi ogni ideale incontra, nella stessa realtà, la sua lecita e accettabile eccezione … in stato di necessità diventa lecito il furto, la violenza e l’omicidio, il cannibalismo e quanto di più abbietto possiate immaginare … ovviamente considerando condizioni estreme … in altri tempi, per esempio, si poneva il dilemma … di lasciare morire i più vecchi, abbandonandoli, quando non  potevano seguire la tribù nelle migrazioni … di uccidere i feti malformati ... di lasciar morire di parto la madre ma salvare il feto o far morire il feto e salvare la madre … vendere il proprio figlio per non morire di fame e forse dargli qualche possibilità in più di quella di partenza.

La legislazione di vantaggio


Come avviene per le corse dei cavalli … quando vi è troppa differenza tra le prestazioni dei concorrenti i più “forti” corrono con degli handicap ovvero in condizioni che mettono i meno forti in posizione di vantaggio. La selezione dei migliori e del merito in ambito pubblico contrasta con eccezioni quali le quote rosa per riequilibrare gli svantaggi di considerazione culturale per cui le donne non sono alla pari con i maschi nella competizione dei luoghi di lavoro. La differenza sta nella scelta tra una società inclusiva o una società selettiva.

SI PROPONE

·         Le quote riservate o i vantaggi offerti a chi, per varie ragioni, deve essere portato a condizioni paritarie di partenza (esse devono sussistere finché in una attività istituzionale non vi è una equivalenza statistica tra la popolazione complessiva e le caratteristiche non professionali del gruppo coerente osservato)

·         le condizioni di vantaggio di alcune minoranze ...  le comunità montane o di confine, le minoranze linguistiche; la presenza femminile; la presenza di giovani e altro;

·         La maggiore tutela del lavoratore che solitamente risulta in una condizione di necessità maggiore rispetto al datore di lavoro o del cliente rispetto al produttore o venditore;

·         L’onere della prova per chi accusa. La credibilità di quanto affermato è a svantaggio di chi accusa in quanto questi ha l’obbligo e la difficoltà di provare quanto afferma;

La legge interpretabile


Ci sono le degenerazioni per cui la legge va applicata agli avversari ed interpretata per gli alleati

La logica dei due pesi e due misure è la prassi quotidiana … si è giustificativi e tolleranti con gli amici e con noi stessi e si è intransigenti e intolleranti con gli avversari o con i “diversi”;

in una Democrazia si dovrebbe sempre stare dalla parte dei più deboli in quanto essa nasce come tutela dei più dai prepotenti ma attenzione! anche i deboli, quando riescono a conquistare delle posizioni di forza, sanno essere prepotenti avendone l’opportunità . Un esempio lo sono stati i cristiani che da perseguitati e trucidati sono diventati persecutori e aguzzini appena andati al potere o i comunisti russi e cinesi che da proletari senza diritti sono diventati tirannia popolare.

SI PROPONE

·         Rendere obbligatorio, prima della divulgazione, il test di comprensibilità di una legge. Le leggi che su cento persone qualunque meno di 50 ne hanno saputo spiegare il senso dei vari punti in modo sufficiente il Capo dello Stato può rinviarle alla riscrittura nella Parlamento Legislatore. (La semplicità e chiarezza nella formulazione della legge la rende meno interpretabile e quindi meno discrezionale).

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